Cultura

Jack Nicholson, la grande preoccupazione dell’attore: “Non voglio morire da solo”

“Ho avuto tutto quello che un uomo potrebbe chiedere dalla vita, ma non si può dire che abbia avuto successo con i cosiddetti affari di cuore", ha confessato 'Jack the Jumper" al settimanale Closer. Due figlie rispettivamente con Sandra Knight e Winnie Hollman e la relazione travagliata con il "grande amore della vita", Anjelica Huston, non gli hanno assicurato una vecchiaia serena

di Davide Turrini

Sarà per quegli occhiali da sole a coprire gli occhi giorno e notte che per l’imperturbabile Jack Nicholson sembra disegnarsi un triste, solitario ultimo capitolo dell’esistenza da single impenitente. 77 anni, protagonista assoluto di titoli immortali della storia del cinema come Easy Rider, Voglia di tenerezza, The Departed e Shining, Nicholson ha raccontato al settimanale Closer che il suo desiderio è di “non volere morire da solo”: “Mi piacerebbe un’ultima storia d’amore ma essendo molto sincero con me stesso so che questo a me non accadrà. Non posso però negare che sia un mio desiderio”.

Tra una partita dei Los Angeles Lakers e l’altra, l’interprete di oltre 60 film che hanno segnato in modo indelebile l’istrionismo e l’eccentricità nella recitazione della New Hollywood, deve essersi soffermato a riflettere su quelli che saranno gli ultimi istanti di una vita costellata da conquiste senza limiti, party da sballo, mogli, amanti e fidanzate, ora ridotta a qualche sedia vuota ai piedi del letto: “Ho avuto tutto quello che un uomo potrebbe chiedere dalla vita, ma non si può dire che abbia avuto successo con i cosiddetti affari di cuore”.

Nicholson, definito dal gentil sesso ‘Jack the Jumper’, è stato sposato una volta sola dal 1962 al 1968 con Sandra Knight, da cui ha avuto una figlia, Jennifer. Un’altra relazione ufficiale, da cui ha avuto la figlia Honey, è con l’attrice danese Winnie Hollman. Dal 1973 al 1989 invece, il grande e travagliato amore della vita: Anjelica Huston, la figlia del grande regista John. Una storia iniziata proprio durante una festa nella casa dell’attore a Los Angeles, “un colpo di fulmine”, ha sempre raccontato Jack. Sedici anni tempestosi, però, con tradimenti continui, liti, piatti rotti e fughe rientrate; fino a quando poco prima dell’uscita in sala di Batman diretto da Tim Burton (1989), la Huston scopre che Nicholson sta per avere un figlio da un’altra, Rebecca Broussard: “Sono stato emotivamente annientato – ha dichiarato Jack – quello è stato probabilmente il periodo più difficile della mia vita. Sono un infantile e ho fatto fare un grosso errore”.

Secondo il biografo Marc Eliot i flirt del mondo dello showbiz americano riconosciuti da Nicholson sono almeno una decina: Veronica Cartwright (coprotagonista ne Le streghe di Eastwick), Lara Flynn Boyle, Julie Delpy, Michelle Phillips, Susan Anspach, Melanie Griffith, Jill St. John, Margaret Trudeau,  Christina Onassis. Eliot racconta poi che quando Nicholson assieme a Michael Douglas, produttore di Qualcuno volò sul nido del cuculo, nonché più celebre sex addicted della storia di Hollywood tanto da finire in una clinica di “disintossicazione”, promossero il film premio Oscar tra Inghilterra, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Giappone e Australia “spogliarono e  divorarono ragazzine come se sbucciassero gamberetti”. “Non credo che le relazioni siano qualcosa di fisso. Le persone sono esseri umani complessi e confusi – ha concluso l’attore – il problema però è che per la reputazione che mi sono fatto nel tempo, ora le donne non credono più a quello che dico, non si fidano più di me”.

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