Legambiente chiama Bruxelles perché fermi di nuovo il Passante nord. Il presidente nazionale della associazione ambientalista Luigi Vittorio Cogliati Dezza ha infatti presentato una denuncia all’Unione Europea per provare a bloccare l’iter che porta alla grande opera: 40 chilometri di asfalto che attraverseranno la pianura a nord di Bologna, con l’obiettivo di decongestionare l’autostrada A14 e la tangenziale. Un’opera ritenuta da molti – comitati, cittadini, sindaci – inutile e costosa. Ma comunque fortemente voluta dal Partito democratico dell’Emilia Romagna e dagli enti locali più importanti che controlla: il Comune, la (ormai ex) Provincia e la Regione. E caldeggiata dalle associazioni di costruttori.

A luglio 2014 dopo anni di incertezze e tira e molla era arrivata la notizia dell’accordo tra Regione, Comune, Provincia, ministero delle Infrastrutture e Autostrade per l’Italia. Il progetto prevede un tratto lungo circa 38 chilometri che Autostrade costruirebbe come potenziamento della A14. Ma proprio su questo punto gli oppositori dell’opera proveranno a fare saltare il tavolo: “Il progetto – si legge nell’esposto di Legambiente inviato a Bruxelles – risulta in evidente contrasto con la Direttiva europea in materia di concessioni autostradali”. Per l’associazione “non è infatti possibile definire un intervento di questa dimensione un adeguamento o potenziamento”. Di fatto sarebbe una nuova opera. E per fare una nuova opera ci vuole un bando di gara europeo, aperto anche ad altre aziende: “Consentire tale intervento in questa forma sarebbe un precedente estremamente pericoloso per la trasparenza delle opere di concessione e lavori pubblici in Europa”.

In gioco ci sono un miliardo e 300 milioni che dovrebbero arrivare da Autostrade per l’Italia

Se Bruxelles accogliesse il ricorso l’accordo di luglio salterebbe in aria. Il miliardo e 300 milioni di euro necessario per fare l’opera infatti lo deve mettere proprio Autostrade per l’Italia. Se fosse necessario aprire una gara d’appalto, la società dei Benetton si farebbe probabilmente da parte lasciando Pd, Regione e Comune di Bologna senza i fondi per realizzare la grande opera che sognano da anni. Difficilmente altre aziende sarebbero interessate a costruire un’opera che la stessa Autostrade, in alcuni suoi studi, ha messo in dubbio in termini di “sostenibilità trasportistica”. 

Già a gennaio 2009 la Commissione europea aveva bocciato una prima volta il Passante nord proprio con la motivazione che un’opera così lunga era da considerarsi un’opera ex novo, dunque da mettere a gara. Dopo quello stop Autostrade presentò un progetto per un Passante più corto, il Passantino, da 32 chilometri. Che però scontentò tutti visto che attraversava molti più Comuni e al contempo passava troppo vicino a Bologna.

Così, ecco scaturire l’attuale progetto da 38 chilometri che ancora una volta non convince nessuno. I sindaci dei paesi che saranno attraversati dall’asfalto (quasi tutti del Pd) lamentano di essere stati tenuti per troppo tempo all’oscuro del nuovo piano e annunciano che daranno battaglia su ogni dettaglio dell’opera che non li convince. Gli agricoltori di Coldiretti, Cia e Confagricoltura hanno annunciato di essere contrari a un’opera che si mangerà molti ettari di terreno agricolo. Mentre il Comitato per l’alternativa al Passante, che da anni si batte contro l’opera, continua a chiedere che si allarghi il tratto di tangenziale-autostrada che passa in città, senza consumare nuovo suolo.

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