Una Fiat Panda nuova, 4×4, 1.3 di cilindrata, motore uniJet Turbo Diesel Euro 5+, full optional. È il primo premio della lotteria di beneficenza per le opere di carità di Papa Francesco organizzata, per la prima volta nella storia della Santa Sede, dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano presieduto dal cardinale Giuseppe Bertello. L’estrazione è prevista per l’8 gennaio 2015. Il vincitore della Panda dovrà, però, sostenere i costi di Iva e immatricolazione. Un inedito assoluto nella storia del più piccolo Stato del mondo all’insegna della rivoluzione della “Chiesa povera e per i poveri” di Bergoglio. Decine di migliaia i biglietti, andati letteralmente a ruba nel giro di pochissimi giorni, venduti al costo di 10 euro. Cifra che andrà interamente in beneficenza per le opere caritatevoli di Papa Francesco: docce e sacchi a pelo per i senza fissa dimora a San Pietro; soldi ai clochard che dormono nella stazione Termini; carte telefoniche per gli immigrati di Lampedusa.

Oltre alla Panda, ci sono altri 12 premi: 3 biciclette di diversi colori; un tandem bianco; una videocamera digitale Sony ad alta definizione; una macchina del caffè Illy; un dispositivo wireless per iPod e iPhone; una penna a sfera con guarnizioni in argento; una cornice in argento; un orologio da polso per uomo Brosway; una borsa portadocumenti in cuoio marrone; e un cappello bianco modello Panama. A essi si aggiungono altri 30 premi di consolazione. I numeri dei biglietti vincenti saranno pubblicati sul sito ufficiale del Governatorato, www.vaticanstate.va.

La rivoluzione della povertà di Francesco è un vero e proprio schiaffo al secolare sfarzo della Santa Sede del Pontefice venuto dalla “fine del mondo”, dalle villas miseria e dai cartoneros della sua Buenos Aires. Del resto Bergoglio, divenuto Francesco, ha continuato ad aiutare i suoi amici poveri, come ha sempre fatto nella sua vita sacerdotale ed episcopale in Argentina, e a festeggiare con loro il suo compleanno in Vaticano. Una missione contenuta anche nel nome scelto da Pontefice, dopo l’elezione in conclave del 13 marzo 2013, richiamandosi al poverello di Assisi. Come lo stesso Papa raccontò ai giornalisti qualche giorno dopo la fumata bianca, infatti, appena raggiunta la soglia dei 77 voti necessari per l’elezione, il cardinale brasiliano Claudio Hummes che era seduto accanto a lui nella Cappella Sistina gli disse: “Non dimenticarti dei poveri!”.

Un invito all’austerità che il Papa ha rivolto recentemente anche ai capi dicastero vaticani nel lungo e impietoso “catalogo delle malattie della Curia romana. Bergoglio, infatti, ha puntato il dito contro “la malattia dell’accumulare: quando l’apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni materiali, non per necessità, ma solo per sentirsi al sicuro. In realtà, nulla di materiale potremo portare con noi, perché ‘il sudario non ha tasche‘ e tutti i nostri tesori terreni, anche se sono regali, non potranno mai riempire quel vuoto, anzi lo renderanno sempre più esigente e più profondo“.

In quell’occasione il Papa fece anche una dura condanna dei “traslochi” curiali, un monito letto da alcuni osservatori in riferimento a quello del cardinale Tarcisio Bertone nel suo lussuoso attico in Vaticano. “Penso – raccontò Francesco – a un aneddoto: un tempo, i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesù come la ‘cavalleria leggera della Chiesa’. Ricordo il trasloco di un giovane gesuita che, mentre caricava su di un camion i suoi tanti averi: bagagli, libri, oggetti e regali, si sentì dire, con un saggio sorriso, da un vecchio gesuita che lo stava a osservare: ‘Questa sarebbe la ‘cavalleria leggera della Chiesa’?’. I nostri traslochi sono un segno di questa malattia“. Un monito anche per i frati minori, recentemente finiti in bancarotta, e il loro albergo romano di lusso a pochi passi dalla residenza austera di Papa Francesco in Vaticano.

Twitter: @FrancescoGrana

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