Un principio di incendio si è sviluppato sul ponte 4 del traghetto Norman Atlantic, ormeggiato al porto di Brindisi. Si tratta di un focolaio che si è alimentato nuovamente facendo divampare le fiamme. Sul posto sono all’opera i vigili del fuoco e i militari della capitaneria di porto di Brindisi per spegnere l’incendio e per riportare la situazione in sicurezza. “Siamo ancora in situazione emergenziale, perché l’incendio è ancora in corso e riteniamo che possa esserci ancora fuoco vivo nella pancia della nave” aveva detto all’Ansa il comandante della Capitaneria di porto di Brindisi Mario Valente, che sta gestendo, anche sulla base delle condizioni del relitto e dell’incendio a bordo, le questioni tecnico-operative di sistemazione nel porto della Norman Atlantic mentre si stanno predisponendo le attività, tempo permettendo, perché il pool di investigatori e vigili del fuoco riprenda a bordo le ispezioni. La situazione è comunque al momento “del tutto sotto controllo”. Oggi, se il forte vento che soffia da Nord ancor più forte di ieri, lo consentirà si tenterà di tornare su ponte 3, parzialmente ispezionato, dove si trova la “engine control room”, la sala di controllo dei motori e dell’impianto antincendio, in cui ieri gli investigatori della guardia costiera di Bari hanno potuto soffermarsi per una ventina di minuti per via della enorme quantità di fumo.

Intanto il procuratore Giuseppe Volpe e il sostituto Cardinali sono orientati a chiedere al gip che vengano eseguiti accertamenti per un incidente probatorio. Se la richiesta venisse accolta ogni esame, ad esempio l’analisi delle vetture presenti ancora nella motonave, i dispositivi antincendio e l’impianto di videosorveglianza, oltre alle altre dotazioni di sicurezza, sarà effettuato una sola volta, alla presenza anche dei consulenti degli indagati e delle parti offese. E le prove acquisite sarebbero poi utilizzate e presentate in un eventuale processo. L’incidente probatorio sarà chiesto anche per le autopsie e per gli accertamenti sulle due scatole nere (i cosiddetti Vdr), per i quali ha già notificato l’affidamento d’incarico.

Durante un ennesimo sopralluogo, molto rapido per via delle difficoltà determinate dal forte vento, si è monitorato lo stato della combustione anche alla luce del fatto che è stato possibile quantificare, nelle ispezioni precedenti, il quantitativo di carburante che la nave ha a bordo e che è all’incirca 1200 tonnellate. Per questa ragione i sommozzatori della Capitaneria di Napoli si sono immersi al fine di verificare nella parte inferiore della nave quale sia la temperatura. Il timore, infatti, è che il fuoco che continua ancora ad ardere all’interno della pancia della nave possa arroventare anche il bunker in cui è contenuto il gasolio. Le temperature al momento non destano preoccupazioni ma vengono costantemente tenute sotto controllo. E’ impossibile allo stato eliminare il carburante per ragioni statiche: la nave è inclinata e non più governabile. Eliminare un peso potrebbe provocare – dicono i tecnici che hanno effettuato i controlli – spostamenti non del tutto prevedibili. Domani, 7 gennaio, è previsto un nuovo sopralluogo a bordo, al quale parteciperà il pm, ma prima saranno migliorati gli ormeggi. E’ stato deciso infine che si cercherà di accelerare, proprio sulla banchina di Costa Morena Nord, le procedure di spegnimento dell’incendio prima di pensare a uno spostamento del relitto in altra area portuale.

Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, preme perché la Norman Atlantic lasci il porto cittadino una volta finiti i lavori dei vigili del fuoco: “Qui c’è un rischio concreto. Capisco la priorità della ricerca dei corpi, comprendo la necessità di svolgere le indagini, ma non vorrei si stesse sottovalutando il problema. Sento parlare di spostamento nel porto interno. Non scherziamo. Non ho alcuna intenzione di ostacolare le operazioni dei vigili del fuoco e della Procura della Repubblica di Bari, soprattutto per la presenza a bordo di tanti corpi – ha precisato il sindaco – Il problema non è quello di aspettare qualche settimana, ma non si può sottacere il rischio che la nave resti nel nostro porto chissà per quanto tempo, condizionando in maniera decisamente negativa le attività portuali di Brindisi.

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