Qualche labile traccia sui manuali di storia, notazioni biografiche vaghe sul web, ma un patrimonio grafico e di scrittura di levatura universale. Francesco Griffo da Bologna, anno di nascita approssimativo 1450, data di morte altrettanto approssimativa 1518, è stato il tipografo che ha inventato il “corsivo”. E Bologna lo celebrerà a 500 anni dalla morte con le dovute fanfare umanistiche, codici custoditi in archivi ottocenteschi, tablet e tastiere a riprodurne le gesta, ma soprattutto preparandosi con 4 anni d’anticipo. “Sarebbe curioso fare una festa (Francesco Griffo – La festa delle lettere ndr) dei 500 anni di qualcuno che nessuno conosce – spiega il professore universitario Roberto Grandi nelle vesti di consigliere dell’associazione Francesco Griffo, costituitasi ad hoc per l’occasione – Per questo motivo ci siamo presi proprio 4 anni per parlare di un formidabile artigiano artista che non solo ci ha lasciato il corsivo e, sintetizzandolo dalla calligrafia manuale alla stampa, ha permesso la nascita delle edizioni economiche, ma che, intuendo alla fine della propria vita l’importanza dell’essere imprenditori di se stessi, ha anche anticipato un altro grande innovatore della comunicazione di massa come Guglielmo Marconi, anch’esso bolognese”.

Gli annali riportano che Griffo non ideò soltanto il corsivo, ma anche altri caratteri gotici perfezionando l’arte tipografica rinascimentale. Di lui si hanno tracce a Venezia nel redigere libri illustrati, poi disegnare caratteri greci ed ebraici, fino al corsivo comparso in sole due righe in un’edizione delle Epistole di Caterina da Siena (1500) e fu per tutto il testo dell’edizione delle Bucoliche di Virgilio del 1501. Una lieve inclinazione delle lettere a destra ispirata alla scrittura della cancelleria papale ed ecco il corsivo chiamato anche Italico: “Usiamo i caratteri per scrivere le storie ma non teniamo conto che ogni carattere è una storia”, spiega Grandi. Da qui l’idea di coinvolgere Bottega Finzioni di Carlo Lucarelli per arricchire le celebrazioni sviluppando gli aspetti narrativi attraverso progetti editoriali e cinematografici, declinando la storia – di per sé romanzesca – di questo grande artigiano su più mezzi e generi: da quelli letterari del romanzo storico e della biografia, alla graphic novel, e al fumetto destinato a un pubblico più giovane, fino ad arrivare alla produzione di un documentario pensato per una diffusione internazionale. “Solo Bologna può vantare due cose importanti nella vita di Griffo: è qui che è nato, ed è qui che è stato condannato a morte. Nel mezzo ci sono un sacco di storie da scoprire e alle quali ispirarsi”, spiega Michele Cogo, direttore didattico di Bottega Finzioni. L’eccezionalità della vicenda ha coinvolto decine di istituzioni bolognesi e non solo – Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna – Biblioteca dell’Archiginnasio; Genus Bononiae – Musei nella città; MAMbo; Museo della Musica di Bologna; Museo Carlo Zauli, Faenza; Tipoteca Italiana Fondazione, tra gli altri – e alla partecipazione ai lavori di Umberto Eco: “Il carattere corsivo ha cambiato la storia dell’editoria e ha dato il via a quelle che per l’epoca erano le edizioni economiche, permettendo l’accesso a opere classiche anche a chi non poteva permettersi corsivi in-folio”, ha spiegato l’autore de Il Nome della rosa. Insomma, che la festa abbia inizio. Con buona pace di Claude Garamond e soci scopiazzatori.

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