Era il 18 gennaio 2014, quando il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, e Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, si incontrano al Nazareno, ovvero la sede del Partito democratico a Roma per siglare un “accordo, trasparente e alla luce del sole”, spiega Renzi. Che aggiunge: “Si fa una legge elettorale (l’Italicum) per cui chi vince governa stabilmente senza il diritto di ricatto dei partitini”. Nell’accordo ci sono altri due punti: la riforma del Titolo V e del Senato. Passano, però, i mesi e il Patto vacilla, viene messo in discussione, le riforme stentano a decollare, le sue fondamenta rischiano di sbriciolarsi e gli stessi parlamentari di maggioranza e opposizione non ne condividono appieno il contenuto. Agli inizi di luglio, un faccia a faccia tra Renzi e Berlusconi sembra rinsaldare il Patto, ma un nuovo interrogativo aleggia ora sul suo contenuto: nell’accordo è presente anche l’elezione del presidente della Repubblicadi Manolo Lanaro e montaggio di Samuele Orini

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Patto Nazareno, da carburante a freno: c’era una volta la “profonda sintonia”

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