“È stato un anno meraviglioso. Grazie di aver contribuito a renderlo tale”. E’ il tormentone che perseguita gli utenti di Facebook, ogniqualvolta si collegano alla timeline del popolare social network: lo scopo dell’algoritmo è quello di far rivivere i momenti più rilevanti dell’anno, attraverso la creazione di un album virtuale di foto selezionate dall’avventore. Abbiamo quindi immaginato un ipotetico post che avrebbe potuto creare Silvio Berlusconi per mostrare ai suoi aficionados gli attimi più importanti del suo ultimo viaggio intorno al sole. Un anno costellato da novità sul profilo giudiziario (dalla prescrizione per la vicenda delle intercettazioni Unipol all’esclusione dalla candidatura per le elezioni europee, dall’affidamento ai servizi sociali all’assoluzione in appello per il processo Ruby), ma anche cadenzato dai colpi d’ala mediatici del Cavaliere, che, pur non candidato e impegnato ad assistere le sue fide “vecchiette di Cesano Boscone”, non si è certamente ritirato dalle scene come Cincinnato. Al contrario, con nerbo e vigore durante la campagna elettorale per le Europee ha presidiato massicciamente gli spazi televisivi per ridare lustro a un partito sfibrato da disamistade e defezioni. e per riagglomerare intorno a sé passioni e militanza di massa attraverso gli strombazzatissimi “club azzurri”. Senza rinunciare ai suoi rituali consolidati ormai da 20 anni, quando si tuffò per la prima volta nell’agone politico, Berlusconi ha inaugurato un corso dal nuovo maquillage. Quello della promozione dei diritti civili per i gay, sollecitata dalla fidanzata Francesca Pascale e suggellata da una cena ad Arcore con Vladimir Luxuria. Ma il canovaccio propagandistico dell’ex premier ha previsto nuove promesse con cui riconquistare altre porzioni di elettorato, come gli anziani, imbeccati dallo slogan “dentiere e cataratte gratis per tutti”. E anche gli animalisti, che il Cavaliere ha cercato di sedurre con citazioni sparse di Gandhi e Madre Teresa di Calcutta e con il totem Dudù, la cui sacralità è stata violata da Patrizia D’Addario, durante la sua ultima deposizione al Processo Escort: “Quel cagnolino in realtà c’era nel 2008 a palazzo Grazioli. Lui lo chiamava Frufrù, disse che gli era stato regalato dalla moglie di Bush”. Nel 2014 del Cavaliere, inoltre, si è stagliato  un nuovo nemico, un novello Hitler, un pericoloso Robespierre del nuovo millennio, destinato a “fare bagni di sangue”: Beppe Grillo. A parte queste significative novità, tutto il resto, nel concept della comunicazione politica di Berlusconi è rimasto intonso: siparietti, barzellette riciclate, gaffes, inciampi diplomatici. Immancabili le bastonature contro i magistrati, che si sono susseguite seguendo quasi una curva gaussiana a campana: prima sotto tono, poi il picco durante le elezioni, infine il ritorno a un registro basso dopo la strigliata dei giudici del Tribunale di sorveglianza  di Gisella Ruccia

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