Cultura

L’arte “si attacca al tram”: la street art protagonista, dal museo alla città

Il progetto propone di unire un'esposizione stabile, allestita fino al 10 gennaio al Macro di Roma, a una serie di interventi artistici compiuti lungo la linea tranviaria numero 19, sia sulle pensiline che sui vagoni

di Francesca Polacco

Dal museo alla città, l’arte “si attacca al tram”: è “Tracks, linguaggi d’arte urbana”, una mostra particolare e inconsueta inaugurata al museo Macro di Roma ma dilagata nel tessuto metropolitano in modo capillare. Il progetto propone, infatti, di unire la mostra stabile, allestita fino al 10 gennaio, a una serie di interventi artistici compiuti lungo la linea tranviaria numero 19, sia sulle pensiline che sui vagoni del tram. Sono tre i tram e cinque le pensiline (piazza Galeno, viale delle Milizie, via dei Castani, due a Valle Giulia) decorate con colori vivaci e soggetti stravaganti in questo viaggio ideale che unisce il “museo” alla “strada”.
L’idea è venuta agli studenti del Master of Art della Luiss che, debuttando in qualità di “curatore collettivo” al termine del percorso formativo sotto la guida di Achille Bonito Oliva (Responsabile scientifico del Master), l’hanno realizzata in collaborazione con Atac S.p.a..

L’obiettivo è intercettare nuovi impulsi creativi attraverso un dialogo continuo tra il “dentro” e il “fuori”, il centro e le periferie in una sorta di incontro-scontro che mette in relazione modelli sociali eterogenei. Il 19 parte da Piazza Risorgimento e arriva a Centocelle intercettando i punti nevralgici del patrimonio storico-artistico della capitale e, durante il percorso, inevitabilmente le diverse componenti sociali interagiscono. La mostra, dunque, è un interessante esperimento di apertura e di messa in relazione di aspetti umani, artistici e istituzionali che, seppur lontani all’apparenza, appartengono comunque allo stesso territorio. Il progetto offre inoltre l’occasione per una riflessione sulla Street Art come fenomeno estetico e sociale, ormai sdoganato all’interno del circuito ufficiale dell’arte e apprezzato dal grande pubblico.

I giovani curatori hanno quindi selezionato un gruppo di artisti legati per provenienza o per lavoro a Roma, invitandoli a interpretare le suggestioni della società contemporanea con linguaggi urbani: chi sui vagoni, come Diamond, Millo, NemO’S, Sbagliato, Solo e V3rbo, chi nelle pensiline in strada, come gli artisti del laboratorio Studio Sotterraneo, chi ancora negli spazi del museo, come Corn79, Camilla Falsini, Etnik, Fra.Biancoshock, Lucamaleonte, MrFijodor, Ozmo, Alice Pasquini, Gio Pistone, Edoardo Tresoldi, 108, ciascuno ha provato a coinvolgere a proprio modo la città e a comunicare con gli abitanti. “È l’arte che va incontro al pubblico, perché le opere escono dal museo e diventano alla portata di tutti”, ha spiegato il responsabile Achille Bonito Oliva.

Tappa fondamentale di “Tracks” è il Macro, in via Nizza, dove l’esposizione intende fotografare, in dimensione più ridotta, alcuni frangenti della creatività urbana, attraverso le opere di quegli artisti che hanno lavorato in particolare a Roma e che vanno dalle tradizionali tele e tavole a supporti più “urbani”, come segnali stradali e distributori di caramelle, proprio per sottolineare quanto un movimento nato in strada e per strada si stia, pian piano, facendo spazio anche all’interno dei circuiti museali.

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