Cara Mafia,

“Io non ti conosco, io non so chi sei”: non sto citando Mina/Battisti ma gli italiani, e mi ci metto anch’io.

Mafia, mi permetto di darti del tu perché anche se un po’ vorrei vantarmi nel disconoscerti, so di aver fatto, nella mia pur breve carriera, foto con tante persone quindi non vorrei che dopo questa dichiarazione saltasse fuori una mia foto di classe abbracciato al Buzzi di turno; l’ingenuo Marino fa scuola su questo, e io apprendo abbastanza in fretta.

Seppur non riesca a dare un volto alla tua persona ti sento molto vicina a me per questo mi piace immaginarti come un Wifi con la coppola: non ti si vede ma arrivi dappertutto.

Però ultimamente ti sento triste, abbandonata a te stessa e desiderosa di attenzioni. 
Insomma, parliamoci chiaro: gli italiani hanno smesso di parlare di te, hanno smesso di scendere in piazza per te, hanno smesso di occuparsi di te…

Con il dovuto rispetto: Mafia, sei fuori moda! Devi capire che ora in fatto di tendenze gli immigrati, gli zingari, i clandestini sono molto più “cool” e creano più clamore della Madia che mangia un cannolo siciliano mentre sbadiglia.Quando ti va bene ti devi accontentare di un misero Hashtag e sperare di restare in tendenza per più di tre giorni al fianco di Valerio Scanu travestito da Anna Oxa.

Capisco che scendere in piazza contro chi ci ruba il lavoro (posto che esistano ancora italiani che hanno voglia di sporcarsi le mani con le professioni più umili, perché altrimenti quello non è “rubare” ma “raccogliere ciò che è stato abbandonato”) è più consolatorio che puntarsi il dito contro.

Ma per gli agitatori di folle poco cambia: i “distrattori di massa” sanno che la piazza a queste cose è sensibile come lo schermo di uno smartphone touch al pollice di un autostoppista.

FEDEZ-MURALES
Cara Mafia,

io capisco che le stai davvero tentando tutte per attirare l’attenzione dell’italico popolo troppo preso dal contare la percentuale di batteria dello smartphone o il numero di immigrati in strada, ma mettersi a gestire cooperative umanitarie per interposta persona facendo perno su un’organizzazione criminale pilotata da un ex terrorista di estrema destra non ti sembra un po’ naif e borghesuccia come strategia? Capisco che di questi tempi corrompere i politici sull’asse Stato-Mafia più che una trattativa è un legittimo scambio di cortesie, ma tolte un paio di trasmissioni indignate di Giletti e quattro salottini politici in cui tutti fingono scandalo e stupore, è un escamotage che non attacca: presto rispetto alle attenzioni degli italiani tornerai a occupare il binario morto dell’indifferenza.

Vedi Mafia,

oggi ci sono temi che scaldano più di te, fanno più ascolti e portano più voti.Vuoi mettere quanto sia più mainstream il dibattito sull’euro o sui barconi di disperati che invadono le nostre coste saccheggiando le nostre navi, facendo razzia di bestiame e stuprando le nostre mogli? Cara Mafia, oggi gli italiani si lasciano abbindolare da ben altre emergenze, al peso della storia preferiscono la leggerezza delle storielle.

Da nativo digitale mi sento di darti qualche consiglio per ritrovare un po’ di freschezza, te le butto li:
– Affiliati fashion blogger che postano foto di scarpe di cemento con il tacco
– Felpe brandizzate con i nomi delle cosche e dei clan
– Selfie nudi coperti soltanto da una coppola verde da rendere virali grazie alle prime pagine dei rotocalchi
– Video tutorial sullo smaltimento delle scorie nucleari

I tempi cambiano e la Pausini che dimentica gli slip è una notizia che fa il giro del mondo mentre gli italiani che dimenticano la Mafia non fanno più notizia.

Per questo Cara Mafia, anche suona un po’ retorico io non ti conosco, ma è con un pizzico d’orgoglio che cerco di non scordarmi mai chi sei.

#MafiaBuonNatale

Il Fatto Quotidiano, 31 Dicembre 2014

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