E’ spirato nello stesso ospedale, il Loreto Mare, dove dieci anni prima morì Annalisa Durante di appena 14 anni, vittima innocente, a Forcella di una sparatoria tra camorristi. Una delle tante. Sono maledetti corsi e ricorsi storici.

rioneforcellaGiorgi Gorgadze, 26 anni, giorgiano, è l’ennesimo morto innocente di una folle guerra a bassa intensità che da almeno 40 anni si combatte nella periferia del centro storico a quattro passi dal Duomo di Napoli. Quattro giorni in sala di rianimazione, intubato e senza più attività cerebrale. Ieri pomeriggio Giorgi è morto lontano dalla sua terra. Un colpo di pistola – la notte di Natale – lo ha centrato alla testa prima che si mettesse a tavola a casa sua, al quarto piano di un edificio di via delle Zite, al rione Forcella-Napoli-Italia-Europa 2014. Una corsa disperata in ospedale poi il buio.
Giorgi stava giocando con la sua playstation quando ha avvertito un fortissimo bruciore al capo. Neppure il tempo di sedersi sul divano e si è accasciato. La moglie, una connazionale, pensava a un malore, un’emorragia. L’ambulanza del 118 l’ha condotto al pronto soccorso del Loreto Mare.

La trama è tragicamente sempre identica e incontrovertibile. E’ un destino baro. Una iattura. Una maledizione che abbraccia quel fazzoletto insignificante di viuzze e stradine che trasversalmente taglia i Decumani. Gli investigatori non appena hanno ricevuto la notizia – nel corso di un sopralluogo – hanno rinvenuto in vico Zuroli, dunque a pochi metri da dove è stato colpito il 26enne, dodici bossoli. E’ un orrore Forcella. Un cimitero a cielo aperto. Un rione di morte violenta. Vicoli, bassi, casuppole dove si annida e sopravvive a se stessa una rigogliosa e malefica malapianta criminale che dissemina lutti su lutti.
Nessuno sa, nessuno ha visto niente, nessuno ha sentito nulla. Giorgi è l’ennesima vittima innocente che si trovava al posto giusto nel momento giusto ed ha trovato la morte – una scheggia di proiettile lo avrebbe colpito al cervello procurandogli una frattura cranica – a casa sua a pochi minuti dalla cena della vigilia di Natale.

In quei vicoli degradati e da piallare con le ruspe imperversa la famiglia-clan Giuliano. Siamo alla terza-quarta generazione criminale. Uno stuolo di nipoti, cugini, figli che giovanissimi sono riusciti con micro alleanze a riprendersi il territorio che i loro nonni, padri, zii – boss di un certo pedigree – avevano perso. Questi giovinastri si sono ripresi il feudo nell’indifferenza di istituzioni e delle forze dell’ordine. Non c’è allarme sociale ma acquiescenza. In quel pezzo di città così deve andare. Punto. Dominano incontrastati con la violenza e con il colpo pronto sempre in canna. Estorsioni, tangenti, usura, droga, scommesse, monopolio dei fitti di locali commerciali e abitazioni le loro attività criminali, un ricco gettito di denaro che rinvestono nel riciclaggio. Arroganti, violenti, cocainomani sono bamboccioni di camorra. Terrorizzano e giocano con la vita altrui facendo il tiro a segno. L’uccisione di Annalisa Durante – non ha insegnato niente.

Se c’era stato un accenno di ribellione, una timida voglia di voltare pagina, di chiudere i conti con il passato ecco è stata la solita sceneggiata. A Forcella la convivenza, si trasforma in connivenza e in convenienza. La paura paralizza, certo. Il farsi i fatti propri allunga la vita, sicuramente. Girarsi altrove, è come una polizza assicurativa. Ma il prezzo pagato è altissimo.

Giorgi da pochi mesi era disoccupato. Aveva tanta voglia di lavorare. Cercava di sbarcare il lunario con piccoli e malpagati lavori. I suoi gentori gli hanno insegnato che la dignità non si baratta. Sognava solo di avere quel minimo per mettere su famiglia. E’ venuto a morire a Napoli in una fredda vigilia di Natale dentro casa sua. E’ una storia assurda. Una storia tragica. Una storia aberrante affogata nell’indifferenza e nelle pance piene delle festività e dell’assuefazione.

C’è un fatto. Vico Zite dove abitava Giorgi è una stradina affluente di via Vicaria Vecchia, la viuzza è preceduta da via Zuroli e da un famigerato vicolo che prende il nome di Carbonari. Ecco qui vi risiedono molti componenti sparsi della famiglia Giuliano anche dello stesso assassino di Annalisa Durante che sconta 20 anni di carcere. E questo che c’entra? C’entra. A Forcella ci sono i cosiddetti palazzi a spuntantore. Entri in un edificio di un vicolo ed esci in una stradina adiacente. Appunto. Se Giorgi era a casa sua e un frammento di proiettile l’ha centrato significa che la traiettoria del colpo obbligatoriamente è stata dirimpettaia all’abitazione del giovane. Non è possibile che il proiettile sia stato esploso dalla strada: nel percorso avrebbe quasi certamente smarrita la sua forza viva. Insomma qualcuno ha esploso il fuoco assassino da un edificio di fronte. Voglio ricordare che chi abita in vico Carbonari affaccia su vico Zuroli. Tutto qui. Ipotesi, riflessioni, ricostruzioni che spettano agli inquirenti farle. Ricordo solo che era abitudine per i Giuliano – quando c’era un blitz in corso – fuggire da un vicolo all’altro. Poliziotti in vico Carbonari, loro in fuga altrove. Qualcosa pur dovrà significare.

Ma il punto è un altro. Non è possibile che Forcella resti il solito Far West dove le scaramucce, le ritorsioni, i regolamenti di conti armati nei vicoli sono cose “normali”, cose che possono accadere come sparare in aria per festeggiare Natale e Capodanno. La città – le istituzioni tutte – hanno il dovere di riprendersi un suo pezzo e lanciare un segnale inequivocabile di durezza oltre che di recupero civile. Il rione Forcella dev’essere messo a soqquadro, cinturato, perquisito. Non si deve dare tregua al bullismo camorrista perchè di questo si tratta ad opera di bamboccioni cresciuti a pane e violenza. Quel cognome: i Giuliano dev’essere sradicato, cancellato, allontanato da quel rione. Occorre l’intelligenza della volontà e l’agire a tutela dei tanti – sono maggioranza impaurita – che desiderano e vorrebbe vivere in pace. Alla fine era quello che desiderava e scriveva Annalisa Durante nel suo diario segreto : “voglio poter uscire di casa senza aver paura delle scorribande dei camorristi”.

Spero che il 2015 sia l’anno della bonifica di Forcella, del disarmo e della sconfitta di una criminalità di cartone. Per ora si continua a morire tra l’indifferenza e piangere vittime innocenti come Giorgi.

@arnaldcapezzuto

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