Manca un coordinamento e i mezzi sono inadeguatiQueste le carenze di cui soffre l’azione di lotta al sommerso e all’evasione contributiva, stando alla radiografia della Corte dei Conti sui risultati del protocollo di intesa siglato nel 2010 tra Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Agenzia delle entrate. Il sistema di controllo e contrasto alle frodi messo in campo tra 2010 e 2013 manifesta una “perdurante inadeguatezza”, scrive la magistratura contabile. Ma non solo: i risultati dell’intervento congiunto “sono contraddittori” e il quadro è aggravato dal continuo mutamento dello scenario legislativo che “rischia di incidere negativamente sulla concreta attività di vigilanza e controllo”.

I problemi centrali riguardano “il coordinamento, la sovrapposizione, la duplicazione di controlli” e “difficoltà nello scambio di informazioni, sopratutto a livello locale, a causa della indisponibilità di strumenti informatici adeguati e con standard omogenei”. Esistono, ad esempio, ancora “differenze sensibili” tra i dati Inps, quelli Unioncamere e quelli forniti dall’Istat per quel che riguarda le aziende attive sul territorio. Dati che invece sarebbero necessari, dicono ancora i magistrati, per mettere a punto “strategie adeguate” contro il lavoro nero, ed avere, soprattutto, “un quadro aggiornato sui diversi aspetti dell’evasione e sui risultati effettivamente ascrivibili al sistema dei controlli”.

Se da un lato, poi, si registra “una riduzione significativa e costante della massa degli interventi e del numero delle aziende individuate in posizione irregolare”, dall’altro c’è “un incremento percentuale di tali aziende rispetto a quelle controllate e della manodopera irregolare”. E ad aggravare il quadro ci si mette anche “il continuo mutamento dello scenario legislativo e la stratificazione di norme talora non coordinate, a parte ogni giudizio di merito sulla validità delle soluzioni tecniche individuate dal legislatore”. Una mancanza di stabilità normativa che “rischia di incidere negativamente sulla concreta attività di vigilanza e controllo, la cui efficacia dipende anche dalla stabilità delle regole e dei criteri interpretativi ed applicativi di riferimento”.

Per questo, conclude l’indagine della magistratura contabile, “a fronte della perdurante inadeguatezza del complessivo sistema di controllo è stato espresso l’avviso che non esistano alternative all’opzione favorevole all’accentramento in un unico soggetto di diritto pubblico (Agenzia) dell’attività di pianificazione e gestione delle proiezioni ispettive nella materia giuslavoristica e previdenziale, con la previsione di efficaci strumenti di coordinamento con la vigilanza resa in materia di sicurezza e tutela sui luoghi di lavoro”.

Articolo Precedente

Dolce e Gabbana: “Restituiremo l’Ambrogino d’oro al Comune di Milano”

next
Articolo Successivo

Svimez: “Sud Italia in recessione da sette anni, rischio desertificazione”

next