Lombardi, Cancelleri, Bono, Borrelli, Nuti. Sono cinque nomi conosciuti nel Movimento 5 stelle, tra i più vicini ai leader Grillo e Casaleggio, i candidati tra cui gli iscritti dovranno scegliere due membri per il neo-nato comitato d’appello. I più votati andranno a far parte dell’organo istituito dal nuovo regolamento (e che tra le altre cose decide sui ricorsi contro le espulsioni) insieme a una terza persona scelta invece dal direttivo dell’assemblea (Grillo, suo nipote-avvocato e il suo commercialista). Il voto, annunciato nelle scorse ore dal blog del leader M5s, sarà dalle 10 alle 19 del 24 dicembre. Grillo, costretto dal decreto Letta sui rimborsi ai partiti, struttura così ancora di più il Movimento 5 stelle: “Una rivoluzione”, secondo Luigi Di Maio, “l’ennesimo gesto autoritario del leader”, secondo i più critici.

In corsa per far parte del comitato ci sono volti noti ai grillini e che sono destinati a far discutere la parte più critica del Movimento. Ad essere scelti infatti sono stati cinque fedelissimi: due deputati, un consigliere regionale e un eurodeputato. Una sola donna in lista. La rosa è più rappresentativa rispetto a quella del direttorio nominato poche settimane fa per guidare i 5 stelle (in quel caso sono stati scelti solo eletti a Montecitorio), ma ancora una volta sono esclusi i senatori. Ritorna una vecchia conoscenza: Roberta Lombardi, deputata e prima capogruppo della storia M5s in Parlamento. La ricordano tutti per il confronto con Pierluigi Bersani in streaming quando disse: “Qui non siamo a Ballarò”. Al suo fianco c’era Vito Crimi, altro nome del gruppo dei fedelissimi che però fino a questo momento è stato escluso dalle nomine di responsabilità.

In lista per il comitato d’appello un’altra vecchia conoscenza: David Borrelli. Europarlamentare e primo consigliere d’Italia del Movimento 5 stelle eletto a Treviso. Gode della stima e dell’amicizia personale di Grillo e Casaleggio e già nelle scorse ore era dato per uno dei favoriti per la nomina. Tra i rappresentanti in Parlamento che possono essere votati oggi c’è invece Riccardo Nuti: a maggio scorso aveva rischiato anche una mozione di sfiducia da discutere in assemblea perché aveva sostenuto apertamente una candidata M5s per le elezioni online quando il voto era ancora in corso. Un gruppo di parlamentari critici aveva provato a metterlo in discussione, ma il fedelissimo è sempre stato protetto dagli altri colleghi. Compaiono infine anche due rappresentanti delle istituzioni regionali. Giancarlo Cancelleri, ex candidato governatore in Sicilia e ora consigliere all’Ars e Davide Bono, consigliere regionale in Piemonte. Entrambi molto vicini a Grillo e Casaleggio e attivisti della “prima generazione”.

Se non è una “rivoluzione”, come la chiamano i più ottimisti, è comunque un grosso cambiamento per il Movimento 5 stelle. Costretti dal regolamento del Parlamento a darsi un’organizzazione strutturata, i grillini si svegliano con sei regole e un nuovo organo delegato. Il ruolo del comico non è messo in discussione: è lui che sceglie uno dei componenti del comitato d’appello e nomina gli altri cinque candidati. E’ Grillo a poter decidere senza passare dalla consultazione online, ed è sempre lui a dire l’ultima parola. Ma quello che spaventa parte dei dissidenti non è lo spazio del capo politico: piuttosto la struttura sempre più simile a quella di un partito politico.

“Ciao, sono Silvio Berlusconi, il capo politico del nostro movimento orizzontale senza leader”, ha scritto in polemica su Facebook il consigliere comunale di Torino Vittorio Bertola, “ho deciso d’autorità di sostituire il vecchio ‘non statuto’ con un nuovo ‘regolamento’, con una mossa che farà contenti tutti (se qualcuno scrive il contrario è un giornalaio venduto al regime), ma intanto io la annuncio alle sei di sera dell’antivigilia di Natale, per garantire maggiore partecipazione e informazione”. Bertola ha criticato duramente il metodo di scelta dei candidati per il comitato che ha paragonato ad altri politici dei partiti: Sandro Bondi, Renato Brunetta, Daniele Capezzone, Gianni Letta, Elio Vito. “Avete chiesto delle regole?”, ha concluso, “Tié, beccatevi queste. Sostituiremo il vecchio regime autoritario e corrotto con un nuovo regime autoritario, ma per la corruzione non preoccupatevi: se abbiamo imparato ad essere autoritari e intolleranti come i partiti, nulla ci impedisce più di imparare anche il resto”.

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