Incendio doloso alla stazione di Santa Viola, alla periferia ovest di Bologna. Nella notte sono stati appiccati quattro roghi ad altrettanti pozzetti sulla linea dell’Alta Velocità. Sono stati danneggiati i cavi del sistema di gestione e controllo del traffico. Questa mattina la circolazione ferroviaria è rimasta bloccata per ore. Per gli investigatori si è trattato di un atto dimostrativo contro la Tav e le indagini hanno subito imboccato la pista che porta all’area anarco-insurrezionalista. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano avverte: “Chi si oppone al Tav sappia che non intimidirà lo Stato. Il governo, il Paese non hanno paura”. La Torino-Lione, ha aggiunto Alfano, “sarà completata, come democraticamente è stato deciso”. Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi non ha dubbi: si è trattato di “un nuovo atto terroristico“. Ma il presidente del Consiglio Matteo Renzi frena: “Non torniamo a rievocare parole del passato, è in atto un’operazione di sabotaggio e verifichiamo quanto accaduto”. La vice-dirigente della Polizia ferroviaria Emilia Romagna, Annarita Santantonio, al Fatto Tv ha sottolineato: “Ritengo, ma è ancora presto per fare valutazioni, che la sicurezza della persone non sia stata messa assolutamente a rischio. Quello che è avvenuto ha interrotto la linea ferroviaria, ha mandato dei segnali di interruzione di linea e i treni non sono più transitati”. E le ripercussioni sul traffico sull’Alta Velocità, ma anche sulle linee convenzionali, sono state pesanti. Per tutto il giorno si sono registrati ritardi e cancellazioni soprattutto sulle linee dell’Alta Velocità Bologna-Milano, le convenzionali Bologna-Piacenza, Bologna-Verona. Ritardi anche nei nodi ferroviari di Milano e Roma. La situazione è tornata parzialmente alla normalità solo nel tardo pomeriggio.

Video di David Marceddu

Scritte ‘No Tav’ sul luogo dell’incendio
La prima segnalazione dell’incendio è arrivata alla Polfer alle 4,25. I quattro pozzetti si trovano nell’arco di una cinquantina di metri. Il luogo del sabotaggio è in via Triumviato, tra due cavalcavia, facilmente accessibile dalla strada. Le scritte ‘No Tav’ sono tre: una sopra uno dei pozzetti dati alle fiamme fatta con vernice verde che secondo la polizia sarebbe ancora fresca. Ad agire sarebbero state più persone. Secondo gli investigatori avrebbero utilizzato stracci imbevuti di benzina o liquido infiammabile, avvolgendoli ai cavi per innescare i roghi. Nella zona ci sono telecamere di sicurezza anche se non esattamente nel punto del sabotaggio. Chi ha agito ha approfittato anche della fitta nebbia della scorsa notte, e per questo è probabile che i filmati non siano di grande aiuto.

Procuratore Bologna: “Episodio che preoccupa”. Perquisizioni
Il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, sta seguendo personalmente la prima fase delle indagini; con lui l’aggiunto Valter Giovannini. Insieme stanno valutando l’ipotesi di reato da formulare. “E’ un episodio che ci preoccupa – ha detto il procuratore Alfonso – Dobbiamo fare molta attenzione. Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti investigativi a nostra disposizione per individuare i responsabili del gesto”. Il procuratore si è soffermato anche sulle parole del ministro Lupi che ha parlato di atto terroristico: “Allo stato io non traggo conclusioni. Le trarrò sulla base dei risultati che le indagini mi daranno man mano. Poi ognuno può fare le dichiarazioni che vuole”. Secondo la Digos la matrice dell’attentato è da ricercare nella galassia No Tav. E per questo la polizia ha compiuto perquisizioni nelle case di quattro persone considerate vicine all’area anarco-insurrezionalisti del capoluogo emiliano. Ma non sarebbe stato trovato niente di utile per le indagini.

Possibile risposta contro condanne ad anarchici
L’azione alla stazione Santa Viola è arrivata a soli due giorni di distanza dall’incendio di un pozzetto di cavi elettrici avvenuto a Firenze, lungo la linea alta velocità Firenze-Roma, all’altezza del comune di Bagno a Ripoli. Dove poco distante era stata ritrovata una bottiglia molotov inesplosa. Proprio per le analogie tra i due attacchi la Procura di Firenze e quella di Bologna sono in stretto contatto e lo scambio di informazioni è continuo. Secondo fonti investigative i due episodi potrebbero essere una risposta alla sentenza di condanna in primo grado a tre anni e mezzo di carcere arrivata a Torino il 17 dicembre contro Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi, per danneggiamento, trasporto di armi e resistenza a pubblico ufficiale. Nei loro confronti è invece caduta l’accusa di terrorismo. I quattro anarchici sono accusati di aver fatto parte del gruppo che la notte tra il 13 e 14 maggio 2013 assaltò il cantiere della linea Torino-Lione di Chiomonte. Non solo, sempre secondo alcune fonti investigative, i due attacchi a Firenze e Bologna vanno letti all’interno di una stessa strategia che servirebbe ad allargare e inasprire ulteriormente lo scontro che si combatte attorno all’opera Torino-Lione. L’ipotesi è confermata dal questore di Firenze Raffaele Micillo: “Ritengo che ci sia una strategia comune, a livello di vertice, che lega gli attentati contro la Tav di Firenze e Bologna”. In questa ottica anche i pm di Torino, che indagano sulle frange estreme del movimento No Tav, hanno acquisito informazioni sui due attentati senza, però, aprire fascicoli.

Video di David Marceddu

Quattro attentati in un mese
Quello di questa notte è il quarto sabotaggio in un mese alla circolazione ferroviaria, il quinto quest’anno. Il 19 maggio un episodio simile avvenne a Lavino nel bolognese, nei pressi della linea AV Bologna-Milano: furono tranciati alcuni cavi di rame e fibre ottiche, e incendiati due pozzetti. Vicino fu trovata una scritta ‘No Tav’. Esattamente un anno prima del sabotaggio fiorentino un altro simile a Bologna, sempre alle 5 del mattino, ma questa volta sulla linea convenzionale Bologna-Firenze (non quella ad alta velocità) con il danneggiamento doloso di un pozzetto di cavi di alimentazione del sistema di comando e controllo della circolazione sulla linea tra Bologna Centrale e Bologna San Ruffillo.

Sindaco Bologna: “Assicurare quanto prima i responsabili alla giustizia”
Il primo cittadino di Bologna Virginio Merola parla di “un atto grave e preoccupante. Ricorrere a danneggiamenti e creare disagi a migliaia di utenti delle ferrovie è una strategia di sabotaggio da rigettare e mi auguro che gli autori di tali gesti, che nel corso delle ultime settimane hanno creato problemi al nostro Paese, siano identificati e assicurati alla giustizia quanto prima”.

ha collaborato David Marceddu

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