Matteo Renzi sapeva. E anche qualche altro deputato del Partito democratico. Quando il deputato M5s Tommaso Currò è intervenuto in Aula e ha annunciato il suo addio al Movimento, il presidente del Consiglio era a conoscenza dell’annuncio. E soprattutto ha fatto il suo discorso alle Camere proprio con l’obiettivo di anticipare quello che sarebbe successo. Lo confermano fonti interne al Pd e lo stesso Renzi: “Lo sapevo”, ha detto a La Stampa, “che Currò avrebbe annunciato questa scelta e per questo li ho incalzati. E’ un gesto importante sotto il profilo politico, perché lo ha fatto in aula, a viso aperto. Il mio obiettivo non è numerico, l’importante è far vedere che può succedere”.

Currò è un dissidente storico. A fatica nei giorni scorsi però partecipava agli incontri con i malpancisti, i parlamentari che dopo le polemiche dei giorni scorsi sarebbero pronti ad uscire dal Movimento. Il più delle volte non lo hanno visto. Così la decisione all’improvviso ha stupito qualcuno, ma gli altri sapevano che prima o poi sarebbe successo. Duri gli attacchi dei colleghi più ortodossi che da tempo si scontravano con lui. Oggi è intervenuto l’ex capogruppo Federico D’Incà: “Ringrazio Currò per avere fatto sapere a Renzi in anticipo della sua bella sceneggiata alla Camera, ormai sembra più facile parlare con il premier che in assemblea. Se vi sono altri che intendono seguirlo nello stesso modo è meglio che lo dicano prima, non accetterò più altri teatrini ignobili come quello visto nelle scorse ore. Non sono stato eletto in Parlamento per fare accordi sotto banco – prosegue – ma per rovesciare il sistema che ha portato al fallimento il mio Paese”.

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