L’ho ascoltata senza perdermi un fiato. La pausa per il sorso d’acqua. E quella palese vecchiezza che dovrebbe “rassicurare” e invece non rassicura. Anzi.

Ho ascoltato un discorso in odor di regime.

Dove il democratico scambio di opinioni all’interno dello stesso partito viene ritenuto irresponsabile, se non addirittura rallentante di un vorticoso e criptico tracciato già segnato, che nessuno di noi (umile plebe) ha voluto ne votato (facce comprese). E verso il quale non rimane che inchinarsi.

Muti, per carità.

Ho ascoltato i colpi di maglio inferti al sindacato. Punito per aver protestato in dissenso con le politiche del governo sul lavoro (ha dimenticato cos’è la “concertazione “ Presidente? Ha scordato di essere stato un comunista?).

La Sua opinione su ciò che aborrisce Signor Presidente: ‘l’antipolitica’, sollevata come uno spauracchio, mi ha fatto pensare che Lei non abbia compreso e non comprende i grandi disagi che ci attanagliano di questi tempi. “Cercare altrove” soluzioni per uscire dall’angolo e abbattere un letargo che schiaccia, paralizza, toglie la libertà è “nella natura umana “Presidente, senza scomodare i libri di storia che meglio di me conoscerà.

La libertà è il più alto valore per il quale combattere.

Non ho stima del Suo discorso Presidente. E non la rimpiangerò .

Ovviamente nel mio piccolo…piccolissimo.

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