Il Comune di Forlimpopoli e la Provincia di Forlì/Cesena tentennano davanti al nuovo progetto di impianto biogas che dovrebbe sorgere nella periferia del comune forlivese, vicinissima al centro abitato. Contro il biodigestore progettato della livornese SuvEnergy, che ha una potenza di 600kW e in un anno prevede di bruciare 22mila tonnellate di rifiuti agricoli, è nato il Comitato No Biogas riunitosi pochi giorni fa in assemblea al Teatro Verdi di Forlimpopoli con oltre 500 persone al seguito. “I margini per una nostra manovra diretta non sono tanti, per ora insieme alla Provincia abbiamo chiesto uno screening da parte della Regione”, spiega al fattoquotidiano.it l’assessore ai lavori pubblici di Forlimpopoli, Gian Matteo Peperoni. “Come amministrazione diciamo che il tipo di impianto di per sé non è negativo, ma è sbagliata la localizzazione vicino al centro abitato, soluzione che innesca problemi ingestibili”.

Dopo la legge Delrio sul “riordino” delle Province per un’azienda che vuole costruire un biodigestore a biogas ci sono due strade: una più lunga che coinvolge subito la Provincia, la quale a sua volta coordina i Comuni interessati e decide in via definitiva; una brevissima, consentita, di autocertificazione presentata al ministero dell’ambiente che avrebbe permesso alla SuvEnergy di partire anche subito. “La conferenza dei servizi ha disposto un processo di screening regionale per l’impatto ambientale. Attendiamo i risultati”, afferma Davide Drei, sindaco di Forlì e presidente della Provincia Forlì/Cesena. “La preoccupazione dei cittadini è più che legittima – prosegue – Il nostro orientamento è negativo, ma vogliamo avere tutti gli elementi tecnici per prendere una decisione poi inoppugnabile”. Non sono dello stesso avviso i cittadini che hanno formato il Comitato No Biogas: “Ci opponiamo alla costruzione di questo invasivo impianto perché non è un progetto di un’azienda che smaltisce i suoi scarti industriali per produrre energia, ma perché è puro e semplice business dello smaltimento rifiuti provenienti da ogni parte della provincia e non solo”, spiega al fattoquotidiano.it il presidente del comitato, Gianfranco Montaletti. “A bruciare sono sempre diossine e componenti del metano, polveri più sottili delle Pm10 dannose comunque per la salute in quanto la centrale verrebbe costruita vicinissima alle abitazioni e a un tiro di schioppo da un asilo. Senza dimenticare l’aumento vertiginoso di inquinamento in città prodotto dai camion che farebbero giornalmente avanti e indietro per conferire tonnellate di scarti all’impianto”.

Solo un anno fa sul tavolo di Comune di Forlimpopoli e Provincia di Forlì/Cesena – con sindaco e presidente diversi da quelli odierni ndr – era giunto il progetto di costruire una centrale simile ma più potente (900 kW); progetto poi tramutatosi, dopo la prima protesta dei cittadini di Forlimpopoli, in un impianto con minore potenza ad aprile 2014: “Solo che noi cittadini del nuovo impianto l’abbiamo saputo giusto due mesi fa quando i giochi sembrano già fatti”, ricorda Montaletti. La SuvEnergy è una società agricola a responsabilità limitata con sede a Livorno fondata dal Gruppo Trusendi srl (hanno sede fiscale allo stesso domicilio ndr), a sua volta storica società di costruttori edili che dagli anni ’90 ha deciso d’investire nel settore delle rinnovabili inglobando Progetto Energia srl – proprietaria di centrali biogas a Terzigno ed Ercolano (Napoli); Elettrogas srl, che gestisce gli impianti di produzione di energia elettrica da biogas situati a Castelvolturno (Caserta) e Montecorvino Pugliano (Salerno); e la P.A.T. Watt srl, società barese che lavora nel trattamento di rifiuti civili e industriali.

Suvenergy e Trusendi sono state protagoniste tra il 2012 e il 2013 della tentata costruzione a Suvereto in Val Cornia (Livorno), di una centrale a biomasse con una potenza di 17 MW che si sarebbe dovuta alimentare con gli scarti di campi di mais creati ad hoc con la riconversione di molti terreni agricoli. “Ci fu una vera e propria rivolta popolare che costrinse la Provincia a dire di no. Inoltre la società SuvEnergy nacque ad hoc per questo progetto”, spiega al fattoquotidiano.it, l’attuale sindaco Giuliano Parodi, all’epoca fondatore del comitato contro la centrale. “La Provincia di Forlì ha inviato alla Regione Emilia Romagna il progetto di Forlimpopoli, al fine di decidere se sia necessario o meno lo screening di VIA per l’impianto”, risponde via mail al fattoquotidiano.it, Marco Trusendi responsabile della SuvEnergy srl. “Non appena avremo risposta a questo quesito, provvederemo a contattarvi per eventuali chiarimenti – ha concluso Trusendi- cercando anche di far capire l’utilità di questo progetto ed il nostro punto di vista”. La centrale che dovrebbe sorgere in via Prati a Forlimpopoli brucerà in un anno circa 12.000 tonnellate di letame di coniglio, 4mila tonnellate di pollina, 1500 di scarti di macellazione, 2000 di frutta, 1500 di silomais e 400 di sansa di olive.

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