Musica

“Non lasciare Roma”, la canzone inedita di Nino Manfredi per IlFattoQuotidiano.it

Il grande attore scomparso nel 2004 avrebbe dovuto cantare il brano sul palco dell'Ariston insieme ad Alberto Sordi, ma poi il progetto svanì: "Era considerato troppo datato", racconta Franco Fasano, uno degli autori. Oggi lo si può ascoltare sul nostro sito

di Claudia Rossi

“Non lasciare Roma senza aver baciato una romana, non lasciare Roma senza gettare un soldo nella fontana”: a cantare questo semplice ritornello dalla melodia retrò è Nino Manfredi. Il brano? Un inedito che il grande attore incise qualche anno prima di morire. Non lasciare Roma è firmata da Franco Fasano, Mario Panzeri, Gianfranco Grottoli e Andrea Vaschetti ma fu Claudio Zitti, produttore e amico di Fasano, a presentarla a Manfredi nel 1997: “Non ricordo come arrivò il contatto con il grande Nino – racconta Zitti – forse lo incontrai a una festa e gliene parlai, o forse lasciai il provino al suo maggiordomo. Fatto sta che una mattina presto squillò il telefono di casa mia e dall’altra parte sentii: “Pronto, so’ Nino Manfredi. Ho ascoltato il pezzo, quando lo registriamo?’. Pensai di stare ancora sognando”.

Amava cantare, Manfredi, e forse per questo accettò quasi subito di incidere il brano: protagonista straordinario della commedia musicale, fu con Aldo Fabrizi, Bice Valori e Lea Massari nel Rugantino (1962) firmato Garinei e Giovannini, con le musiche di Armando Trovajoli: la sua Roma nun fa’ la stupida stasera resta cristallizzata nell’immaginario popolare. Impossibile non citare brani simbolo della “romanità” come Me pizzica me mozzica (tratta dal film Per grazia ricevuta) o la sua versione del classico di Ettore Petrolini datato 1932, Tanto pe’ canta’, che nel 1970 raggiunse le prime posizioni della hit parade. Non lasciare Roma è un brano semplice che deve tanto a Nino Manfredi e alla sua capacità di interpretazione: la Capitale raccontata nel testo ha poco a che fare con quel centro di potere corrotto protagonista delle inchieste di questi ultimi giorni.

È la Roma dei turisti, che ne percorrono le vie per qualche ora e ne restano affascinati per la vita. “Rimasi impressionato dall’umiltà di Nino, in studio si faceva guidare come un bambino. Avevamo grandi progetti per la canzone”, racconta Claudio Zitti. Grandi progetti, mai concretizzati. Il brano sarebbe dovuto uscire nel 2000 come omaggio a chi acquistava dei biglietti Alitalia: l’occasione? Quella del Giubileo, e dei moltissimi turisti in arrivo nella Capitale. L’idea, però, non piacque a uno dei vertici della compagnia aerea: “Troppo campanilista”, commentò. Un’altra occasione si presentò agli autori un paio d’anni più tardi: proporre il pezzo al pubblico generalista di RaiUno, durante una serata del Festival di Sanremo. Ghiotta opportunità, soprattutto perché a duettare con Manfredi sul palco dell’Ariston avrebbe dovuto esserci Alberto Sordi. Stando alle parole di Claudio Zitti, il grande attore romano accettò senza alcuna esitazione: “Mi disse che sarebbe stato disponibile in tre occasioni: per registrare il pezzo, per venire a Sanremo come ospite e per fare un passaggio televisivo subito dopo il Festival”.

Non restava dunque che convincere chi nel 2002 gestiva la direzione artistica della kermesse sanremese: “Andai a presentare il pezzo a Pippo Baudo – racconta ancora Zitti  – lo ascoltò più di una volta e quando gli proposi la presenza di Sordi e Manfredi al Festival mi assicurò, entusiasta, che l’esibizione sarebbe andata in porto. Purtroppo la nostra stretta di mano rimase imprigionata tra quelle quattro mura e ancora oggi mi chiedo cosa sia successo. “Gli addetti ai lavori hanno sempre giudicato Non lasciare Roma un brano troppo datato“, sintetizza Franco Fasano. La prima stesura si deve al maestro Panzeri e risale alla fine degli Anni 80. “Durante i molti incontri tra il 1988 e il 1990, Panzeri raccontava aneddoti sulla nascita di alcune canzoni storiche e a volte suggeriva titoli o versi che a lui sembravano funzionare bene. Una sera, nel mezzo di una cena, si mise a cantare ‘Non lasciare Roma senza aver baciato una romana, senza gettare un soldo nella fontana’ e disse che questa frase gli tornava spesso in mente”, raccontano Gianfranco Grottoli e Andrea Vaschetti.

Nel 1997 i due musicisti decisero di riprendere il pezzo, insieme a Franco Fasano. “Sono passati quasi 25 anni dalla prima stesura di questa semplice canzone che ha unito tre generazioni di autori”, dice Franco Fasano, con una nota di malinconia. Non lasciare Roma è stata scelta come colonna sonora della mostra romana NINO!, a palazzo Braschi, fino al 6 gennaio. L’esposizione fa parte di una serie di iniziative organizzate in occasione del decennale della scomparsa di Manfredi: dal vernissage hollywoodiano alla proiezione al Festival di Venezia della copia restaurata de L’avventura di un soldato, fino alla giornata celebrativa organizzata a Castro dei Volsci, paese natale dell’indimenticato attore. E oggi il brano (da martedì 16 disponibile su iTunes) si può ascoltare il esclusiva su ilfattoquotidiano.it. “Fusse che fusse la vorta bona”.

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