A fotografare la situazione è la stessa organizzatrice, Giada Michetti: “Il Motor show è lo specchio del Paese: oggi c’è ancora tanta passione, ma le condizioni economiche sono più difficili rispetto a quelle precedenti alla crisi”. Bentornati al salone dell’auto di Bologna, quello che un anno fa fece tanto clamore, perché dopo quasi 40 anni di onorata carriera era stato cancellato causa assenza di case automobilistiche disposte a partecipare. Quest’anno, contro ogni previsione e con una crisi di vendite senza precedenti in Italia, gli stand hanno riaperto, ma certo non ci sono più i fasti che fino alla fine del decennio passato facevano di via Michelino la capitale mondiale dei motori per una intera settimana. Nessuna ressa segnalata all’ingresso, almeno non durante la settima. Il pubblico c’è, le folle oceaniche (nel 2007 si superò il milione di persone) invece sono solo un lontano ricordo: “Il nostro pubblico al 70% viene da fuori regione e per arrivare sin qui prende una giornata libera che con biglietto, colazione, pranzo e mezzo di trasporto costa più di 50 euro”, ragiona Michetti, che con la società francese Gl Events e con Bologna Fiere ha messo in piedi questa edizione. Il ragionamento è semplice: “Il pubblico pre-crisi non era il pubblico che io avevo messo a budget, il pubblico che avevo messo a budget è quello che oggettivamente sta arrivando. Ripeto, il Motor Show è lo specchio del Paese”, dice Michetti che poi conclude: “Il risultato delle presenze per noi è positivo finora e ci aspettiamo una seconda ondata di arrivi in questo prossimo weekend”.

In attesa dei bilanci ufficiali sull’affluenza, per ora a raccontare le proprie impressioni sono soprattutto i visitatori. “Mi sembra un po’ scarsino quest’anno”, spiega un signore bolognese mentre assieme a sua figlia osserva un modello Bmw nello stand di una concessionaria. “Visto che il Motor Show per un anno era saltato, pensavo che ora sarebbe stato un po’ più vitale – racconta – Io vengo tutti gli anni e nell’ultimo periodo l’ho visto calare, calare, calare fino a quando lo hanno sospeso l’anno scorso. Ma siamo a Bologna e si riprenderà. In altri posti no, ma a Bologna sì”. Un altro ragazzo nello stesso padiglione osserva una Ferrari usata: “Sono molto deluso nel tornare. Tanti anni fa c’era più spettacolo, più macchine e più gente. E il problema non è il giorno feriale, io sono sempre venuto durante i giorni feriali”. Appena fuori dai padiglioni un giovane ambulante, con una bancarella di abbigliamento vario in tema motori, ci racconta le sue impressioni: “Carino per ora, ma per i numeri siamo in attesa del prossimo weekend. Questo è il primo Motor Show che faccio dopo sette anni. Da allora è un’altra cosa, c’erano molti più padiglioni e molta più gente. Il Motor Show è organizzato bene, ma c’è poca affluenza. Forse perché mancano le case principali”.

L’edizione 2014 è focalizzata più sullo spettacolo, più che sul fare da vetrina agli ultimi modelli di auto come era stato in passato. C’è la sezione delle macchine storiche, il Drive in, le gare nei piccoli circuiti fuori dai padiglioni e una serie di concerti che nello scorso fine settimana e ancora nel prossimo attirano migliaia di persone (il Dj francese Bob Sinclair è atteso per venerdì 12): “Siamo venuti per vedere le auto da sognare: Ferrari, Maserati. L’auto da comprare invece la vedi dal concessionario vicino casa, qui ci sono le macchine irraggiungibili”, spiega un ragazzo arrivato con i suoi amici apposta da Roma. Anche per lui il Motor Show 2014 è molto diverso dal passato: “Era molto più affollato e c’erano più stand. Comunque non sono deluso, le macchine sono belle da vedere e hanno messo una parte dedicata alle auto d’epoca che è molto carina”.

Difficile rinverdire i fasti del passato e lo ammette la stessa organizzatrice: “Nel 2007 si sono venduti 2,5 milioni di automobili e noi al Motor Show abbiamo venduto 66 mila metri quadri alle case automobilistiche, quasi tutte presenti qui a Bologna. Era una edizione pre-crisi, molto piena e molto in stile ‘salone’. Quest’anno, nel ripensare al format dopo un anno di fermo siamo partiti dalle origini, un’operazione di marketing basata sul Motor Show del 1976, e lo abbiamo attualizzato con una nuova idea creativa, un po’ più tecnologica, più legata ai concerti e agli spettacoli. Sappiamo che l’industria automobilistica in questo momento quello che può dare è questo che vedete”.

Ad ogni modo, per ora, Bologna rimane l’unica città in Italia ad avere un suo salone internazionale. Quello annunciato un anno fa da Alfredo Cazzola (che per 25 anni guidò il Motor Show bolognese) e che avrebbe dovuto tenersi alla Fiera di Milano in questi giorni è slittato al 2015, e non è ancora chiaro quando prenderà il via: “Questa è terra di meccanica, terra di piloti. Qui c’è un territorio vocato, qui c’è la motor valley e sarebbe molto difficile fare una fiera della moda – spiega a ilfattoquotidiano.it Giada Michetti – Quindi io penso che sia impossibile realizzare nella città della moda una manifestazione legata alla meccanica”.

di David Marccedu e Giulia Zaccariello

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