A Volkswagen Group piacciono ingegneri. Preferibilmente strappati alla concorrenza, per rafforzare le proprie attività e anche per indebolire i rivali. E, almeno in questa tornata, tedeschi. Il colosso di Wolfsburg ha ufficializzato l’ingaggio di Herber Diess (nella foto), destinato ad assumere il controllo del marchio Volkswagen subentrando nell’ottobre del 2015 a Martin Winterkorn, che resterà Ceo dell’intero gruppo. Deiss era il responsabile dello sviluppo di BMW Group e si era occupato della delicata e strategica operazione di lancio della famiglia “i”, che comprende i modelli più innovativi del marchio. Diess, 56 anni, era a Monaco dal 2007 e le sue quotazioni erano salite anche grazie al successo dei modelli elettrico ed ibrido plug-in premium: “Siamo molto soddisfatti delle vendite della i3 e della i8. La i3 è già stata venduta in quasi 10.000 esemplari e la i8 ha superato ogni aspettativa, abbiamo tutta la produzione dell’anno prenotata”, aveva spiegato a Ilfattoquotidiano.it durante una recente intervista. Non solo: le attese per i8 rischiano ormai di protrarsi per un anno e mezzo.

Tra meno di due mesi, il primo febbraio, approderà ufficialmente in Volkswagen anche Andreas Renschler, ex manager di spicco di Daimler (Mercedes e Smart), dove era era arrivato a ricoprire l’incarico di responsabile di produzione ed acquisti di Mercedes-Benz Cars e della divisione Vans. Poi le dimissioni ed i primi “ammiccamenti” pubblici di Ferdinand Piëch, azionista di riferimento di Volkswagen nonché presidente del Consiglio di sorveglianza, che aveva fatto capire di avere un debole per i migliori. Anche Renschler ha 56 anni, è ingegnere ed è tedesco. Nei mesi scorsi, Volkswagen aveva silurato Michael Macht, responsabile della produzione del marchio, finora l’unico a pagare per il non soddisfacente andamento del marchio, in particolare negli Stati Uniti.

Winterkorn – che ha presentato un piano di risparmi da 5 miliardi l’anno (ma anche investimenti per 86) – aveva dovuto rintuzzare accuse nemmeno troppo velate da parte dei vertici di Audi e Lamborghini, i marchi che assicurano margini. Nei primi sei mesi del 2014, sia Ingolstadt sia Sant’Agata Bolognese hanno assicurato più utili di Volkswagen, rispettivamente 2,671 e 1,398 miliardi contro 1,012.

Le due nomine si inseriscono nella grande “partita” per la successione a Winterkorn a capo del colosso, dove gli ingegneri contano più degli uomini del marketing e delle vendite. I bene informati assicurano che Diess potrebbe essere tra i papabili. E Renschler ci spera, visto che aveva lasciato Daimler dopo il prolungamento del contratto al numero uno Zetsche, che di fatto gli impediva di aspirare alla poltrona più importante.

La BMW ha scelto una strategia diversa – anche nella comunicazione – spiegando l’abbandono di Diess con il “ricambio generazionale”, rigorosamente interno. Visto che l’amministratore delegato Norbert Reithofer lascerà BMW con un anno di anticipo (secondo indiscrezioni sarebbe destinato a Siemens), la casa bavarese ha annunciato il suo successore, Harald Krüger, ingegnere appena 49enne, approdato in BMW nel 1992. Il manager – attualmente responsabile della produzione – assumerà ufficialmente l’incarico di Ceo di BMW Group il 13 maggio prossimo. Con l’addio di Diess, il 54enne Klaus Fröhlich diventerà il nuovo responsabile dello sviluppo.

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