“Il sottosegretario alla Pubblica Istruzione Davide Faraone ha elogiato le occupazioni e noi chiediamo le sue dimissioni per grave inadeguatezza al ruolo istituzionale. E’ inammissibile, anche per chi non sia affatto animato da ostilità politica pregiudiziale, che resti al suo posto di governo chi legittima le occupazioni e ne esalta il ruolo formativo”. A chiedere di abbandonare la poltrona di viale Trastevere all’onorevole Faraone sono un gruppo di docenti e dirigenti che hanno lanciato online una petizione che ha già raccolto 750 firme in poche ore.

Le dichiarazioni del sottosegretario Pd che su La Stampa nei giorni scorsi aveva lodato le occupazioni definendole “in alcuni casi più formative delle ore passate in classe”, non sono per nulla piaciute a molti dirigenti scolastici: la preside dello storico liceo “Tasso” di Roma, Maria Letizia Terrinoni con altri professori e genitori ha protestato davanti al Ministero dell’Istruzione e da Firenze il dirigente dell’istituto alberghiero “Saffi”, Valerio Vagnoli, ha lanciato la richiesta di dimissioni. Faraone, intanto, ieri (giovedì 4 dicembre) è tornato a difendere la sua posizione dalle colonne del quotidiano torinese creando uno scontro tra ministero e presidi. Vagnoli non ci sta ed ora i presidi son pronti alla “guerra”.

Nessun passo indietro, per loro il sottosegretario deve far le valigie e tornare a Palermo: “E’ un leader che è uscito dalle occupazioni: uno che ricopre una carica pubblica così importante come il sottosegretario alla Pubblica Istruzione deve educare i ragazzi al rispetto della legalità. Il futuro di questo Paese si costruisce se educhiamo i giovani a rispettare le regole. Faraone ha fatto intendere che occupare è legale, che la scuola è da superare attraverso un certo movimentismo perché è apatica, vecchia, priva di stimoli ma non è assolutamente così. Le occupazioni sono un rito che oramai si ripete da 45 anni, sempre la stessa zuppa”. Vagnoli, pur essendo della generazione sessantottina, non ha mai occupato il liceo e nemmeno l’università: “La mia scuola era l’unica a Firenze a non essere dominata da leader extraparlamentari”. Una storia diversa da quella del sottosegretario che racconta di aver maturato la voglia di fare politica proprio occupando il suo istituto tecnico.

Il dirigente fiorentino è sconcertato delle parole del sottosegretario: “La scuola non appartiene ai presidi, agli studenti, agli insegnanti e ai genitori ma ha delle regole da rispettare da parte di tutti. Se c’è un’occupazione ovviamente qualcosa si infrange: si occupa un suolo che non è proprio, ci si sta in orari che non sono quelli canonici, spesso si impediscono le lezioni e l’ingresso ai compagni che vogliono entrare in aula: questa non è illegalità? In questo Paese c’è bisogno di tutto ma non di abituare i giovani a non rispettare le regole. I ragazzi si ribellino ad un potere politico e ad una casta di politici che non ha saputo trovare spazi organizzativi per loro al di fuori dalle scuole: i politici alla Faraone fanno demagogia facile e demandano alle scuole il compito di recuperare le loro distrazioni nei confronti di una politica giovanile inesistente”.

Vagnoli non è solo. Con lui ci sono tanti insegnanti che nella petizione scrivono: “L’intervento di Faraone disconosce e rischia di vanificare il difficile lavoro dei docenti e in modo particolare dei dirigenti in quanto responsabili degli istituti scolastici, che hanno affrontato queste situazioni senza rinunciare al loro ruolo, quasi sempre lasciati soli da tutte le istituzioni: ministri, magistrati, forze dell’ordine. Non ci sono occupazioni buone e cattive ma tutte sono per molte ragioni inammissibili, oltre che screditate”.

A difendere Faraone è invece lo storico leader delle proteste studentesche, Mario Capanna che dai microfoni di “Radio Popolare” ha affermato: “E’ un sottosegretario giovane che per fortuna, contrariamente a molti adulti di oggi, non si è scordato di quando aveva 16-20 anni. Ha detto una cosa elementare cioè che quando partecipava all’occupazione della sua scuola ha imparato un sacco di cose. E questo è stato vero per milioni di persone”.

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