Finisce in rissa (verbale) a Montecitorio. L’uno contro l’altro i gruppi parlamentari della Lega Nord e quello di Sinistra Ecologia e Libertà. Materia del contendere, questa volta, una lettera che il deputato del Carroccio Paolo Grimoldi ha indirizzato a tutti parlamentari. In una missiva il leghista lancia la proposta di far nascere un intergruppo in onore del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, “Amici di Putin”. Sì, proprio Putin, l’amico dell’ex Cavaliere Silvio Berlusconi, stando ai desiderata di Salvini&Co., dovrebbe diventare “amico” dei due rami del Parlamento italiano.

Una mera provocazione? Macché. Si legge nella lettera datata 3 dicembre scorso e in possesso de ilfattoquotidiano.it, che l’obiettivo della proposta di un intergruppo risiede “nella volontà trasversale di deputati e senatori di uscire dall’empasse causata dall’irrigidimento delle posizioni nei confronti di Mosca”. Del resto, è il ragionamento del parlamentare del Carroccio, la fine del progetto South Stream ha causato un danno al nostro Paese, “sia per le mancate commesse delle nostre aziende, sia per le conseguenze sull’approvvigionamento di gas e sul costo delle bollette, su cui oggi si sentono gli effetti di una concorrenza mancata”.

A dar man forte alla proposta del Carroccio (alla quale avrebbero aderito già una ventina di parlamentari) si aggiungono anche i dati della Coldiretti che “evidenziano un conto sempre più salato per l’export del Made in Italy in Russia con perdite di 33 milioni di euro ad agosto, 96 milioni a settembre, 166 milioni a ottobre”. Cifre che, secondo Grimoldi, impongono una sana riflessione e l’apertura di un dialogo costante con la Russia dello zar Putin.

“Noi non diciamo che Putin sia un santo”, tiene a sottolineare con ilfatto.it l’autore della lettera. “Diciamo che tutte le associazioni di categoria e tutti gli imprenditori italiani, compresi quelli vicini al premier Matteo Renzi, sostengono apertamente che le sanzioni ci danneggiano. Causando un danno economico e un danno occupazionale. Insomma, non riusciamo a capire perché dobbiamo continuare a farci del male”. E, soprattutto – insiste Grimoldi con il Fatto – “non vedo che problema ci sia a far nascere un intergruppo parlamentare dal nome ‘Amici di Putin'”.

Nessun problema? Dall’altra parte dell’emiciclo c’è chi la pensa in maniera opposta. Franco Bordo, deputato di Sel, non gradisce affatto questa campagna di reclutamento e risponde per le rime: “Mi colpisce innanzitutto il nome dell’intergruppo. Perché chiamarlo ‘amici di Putin’ e non ‘amici della Russia’? L’uso della comunicazione non è casuale. Non è infatti un’amicizia con il popolo russo quella che si vuole avviare, ma con il premier Putin su cui riteniamo aleggino molti dubbi. Questo mi ha colpito profondamente”.

La polemica è destinata a continuare nei prossimi giorni. Il gruppo di SeL scriverà infatti al presidente della Camera Laura Boldrini per verificare se sia il caso di far nascere un intergruppo parlamentare “in onore di un simile personaggio”. Perché, conclude Bordo, “se dovesse passare questo precedente chi vieterà, ad esempio, di promuovere un rapporto di amicizia con un dittatore dell’Africa? Se l’onorevole Grimoldi vuole aprire una discussione sulle sanzioni è più che legittimo. Se vogliamo parlare di politica estera siamo pronti a farlo con serietà. Ma da un intergruppo degli ‘amici di Putin’ vogliamo proprio stare alla larga”.

Twitter: @GiuseppeFalci

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