U2Ho ascoltato con molta attenzione Songs Of Innocence dal giorno della sua uscita e credo che gli haters se ne debbano fare una ragione… è un disco davvero ben riuscito”. A parlare è Pierluigi Ferrantini, frontman dei Velvet e voce di Radio2 dove conduce il programma Rock And Roll Circus. Il fatto che l’edizione nostrana della celebre rivista Rolling Stone consideri l’ultimo lavoro degli U2 come “miglior disco del 2014” assieme all’ultimo di Bruce Springsteen, non lo sorprende più di tanto. “È stato stupefacente vedere come orde di malati di presenzialismo social, pseudo influencers, giornalisti minori, artisti e professionisti di quella nuova attività chiamata ricerca di like o di retweet si siano affrettati a dire la loro, a cercare la frase a effetto più tagliente, la critica più feroce senza aver lasciato passare neanche qualche ora dall’uscita del disco. È ridicolo. Un disco va ascoltato diverse volte prima di poter esprimere un’opinione quantomeno sensata, anche negativa ovviamente”.

Nonostante le critiche che accompagnano ogni nuova uscita discografica di Bono Vox e compagni, con Songs of Innocence, almeno in Italia, gli U2 hanno stabilito il record di vendite del 2014. L’album della band irlandese è il disco che ha venduto di più nella prima settimana di pubblicazione nel nostro Paese quest’anno, e ha inoltre ottenuto la certificazione di disco d’oro. Ma non è tutto, perché il successo del nuovo album ha trainato i precedenti lavori della band: il Best of U2 18 Singles è rientrato nella classifica degli album più venduti in Italia, dove si sono riaffacciati anche altri tre dischi della band: The Joshua Tree, Achtung Baby e Rattle And Hum.

Pierluigi Ferrantini
@Andrea D’Elia

Le definizioni più comuni che mi è capitato di leggere sono state – prosegue Pier Ferrantini – ‘dopo Pop sono finiti’ oppure ‘Achtung Baby è irraggiungibile’. La prima non è condivisibile, anche se almeno un paio tra gli ultimi quattro dischi erano francamente insopportabili. La seconda è lapidaria, probabilmente corretta ma non giusta. È vero, gli U2 hanno già dato il massimo e sarebbe strano il contrario. Credo che ogni band abbia un massimo di quattro, cinque album per esprimere tutto il suo potenziale e il suo fuoco sacro, dopo diventa lavoro, più o meno ispirato. Questo però non toglie che si possa continuare a scrivere grande musica, sebbene i capolavori siano già arrivati in passato. Il mio parere su Songs Of Innocence è largamente positivo, produzione eccellente e non potrebbe essere altrimenti considerando i nomi che ci hanno lavorato, Danger Mouse e Paul Epworth su tutti. Il songwriting è di buonissimo livello, anche se da fan di lunghissima data ho il sospetto che le influenze esterne nella scrittura siano più marcate rispetto a quello che si legge sul booklet del disco. In diverse interviste Bono e compagni hanno raccontato di aver scritto il disco insieme ad altri compositori e la cosa a mio parere si percepisce su diversi brani, alcune scelte armoniche non le sento come proprie della band, ma non è una critica, anzi forse è la più grande dimostrazione di umiltà che la band ci abbia inconsciamente regalato da molti anni a questa parte. Ho apprezzato moltissimo la scelta della band di aver voluto raccontare storie molto personali sulle loro origini, scelta onesta e forse obbligata. Una band del calibro degli U2 non vive più da anni una vita normale. Gente come Bono fatica a essere credibile nel rapporto con le persone normali come noi e non avrebbe senso raccontare storie di vita normale o di grande impegno sociale, come successo negli ultimi anni”.

Possibile non ci sia nulla da criticare? “Muovo solo due critiche al disco e alla band, e lo dico con la consapevolezza di essere davvero uno dei più grandi fan degli U2 in circolazione: il grande lavoro dei collaboratori esterni nella produzione e nella scrittura rende il disco meno personale del solito, ci sono diversi momenti nei quali sembra di ascoltare il disco dei Black Keys o dei Broken Bells a livello di suoni”. La seconda critica? “Basta cercare di accaparrarsi i favori delle nuove generazioni con video, atteggiamenti e abbigliamento da giovani rocker. A 55 anni e con la carriera degli U2 alle spalle non ce ne sarebbe più bisogno, a mio parere. Il rischio di trasformarsi in un fenomeno da baraccone è sempre più vicino, anzi i detrattori lo ritengono già realizzato e a volte si fa fatica a dargli torto. Detto questo, credo vada riconosciuto il fatto che la metà delle band attualmente in circolazione nel mondo, abbia in qualche modo cercato di scrivere canzoni come With Or Without You o Every Breaking Wave, senza riuscirci”.

Qualcuno ha pensato di mettere in relazione la scelta degli U2 di regalare il proprio disco con iTunes con quella di Thom Yorke che ha scelto Bit Torrent per distribuire il suo: “Non credo ci sia nulla di diverso, capisco sia meraviglioso credere alle parole delle nostre rockstar preferite, ma vi assicuro che non c’è nessuno più bugiardo del vostro cantante preferito, chiunque esso sia. L’onestà può finire dentro un album, di sicuro, e durante la carriera arrivano sempre i momenti nei quali bisognerà fare delle scelte tra integrità e ritorno economico o di immagine e non è escluso che qualche illuminato scelga la strada dell’integrità, ma state sicuri che quando ci si siede intorno a un tavolo per definire una strategia promozionale l’obiettivo sarà sempre lo stesso: far conoscere a più persone possibile il tuo disco, nella maniera più remunerativa possibile tenendo presente le caratteristiche del tuo pubblico. Questo è il motivo per cui U2 e Thom Yorke abbiano scelto partner e modalità diverse di diffusione della propria musica. Stesse finalità, con modalità diverse. Entrambe condivisibili o meno, ma assolutamente identiche nella finalità.Vi assicuro, da musicista che combatte da anni per avere più visibilità possibile per la sua musica, che a qualsiasi livello ogni musicista non desidera altro che avere più pubblico possibile per la propria musica o per i propri concerti. Ognuno di noi, dalla piccola band appena formata fino ai big, non vorrebbe altro che poter arrivare a mettere il proprio disco nelle librerie iTunes di tutti gli utenti nel mondo. Chi dice il contrario, mente.

Canzone preferita in Songs Of Innocence? È senza dubbio The Crystal Ballroom, contenuta nel cd 2 della deluxe edition. The Clash Vs Disco 70, grandissimo testo e band più ispirata che mai”.

Articolo Precedente

Festival La Tempesta al Rivolta: live e dj set. Ecco la compilation in esclusiva

next
Articolo Successivo

Einstürzende Neubauten: il ritorno

next