In quarant’anni di storia, la Volkswagen Golf è diventata un’icona. Oggi, insieme al concetto stesso di automobile, che vuole e deve spostarsi verso una filosofia più “green”, è cambiato anche quello di Golf: per la prima volta, la compatta è disponibili anche nella versione a metano, chiamata TGI. Una propulsione alternativa che convince sempre più automobilisti, nonostante la rete di rifornimento debba ancora svilupparsi adeguatamente.

Tralasciando l’aspetto esterno – è una classica Golf – una volta saliti si nota subito un dettaglio: manca il comando per decidere se utilizzare l’alimentazione a metano o a benzina. Per andare a Verde, bisogna prima aver finito tutto il gas. E l’autonomia è ampia, perché oltre ai 490 km dichiarati da Volkswagen con il metano, il serbatoio di benzina ha una capienza di ben 50 litri. Quando si guida la Golf TGI Bluemotion non sembra di essere su un’auto a metano. Il motore 1.4 TSI sovralimentato da 110 cavalli si comporta molto bene, e riesce a regalare una guida piacevole anche a gas.

Quello che cambia realmente sono i consumi. A fronte di consumi dichiarati di 3,5 kg per 100 chilometri, nella nostra prova abbiamo tenuto una media di 4,9 kg/100 km, con una guida tutt’altro che “eco”. Su strada, la Golf TGI è un po’ meno agile della “sorella” 1.4 TSI, ma poco importa, perché il suo obiettivo è essere risparmiosa e attenta all’ambiente (le emissioni di CO2 con l’alimentazione a metano sono di 94 g/km). Comunque in città, grazie ai 200 Nm di coppia garantisce un buono spunto al semaforo. Promosso quindi a pieni voti il metano, anche se per installare le due bombole che consentono una portata complessiva di 15 kg, il vano bagagli perde 90 litri di capacità, passando così 380 a 291. Più che lo spazio perso, però, si rimpiange la ruota di scorta, sostituita da un kit di riparazione.

Golf TGI BlueMotion schema

Volkswagen Golf TGI – la scheda
Che cos’è: la variante bifuel della Golf, alimentata a metano e a benzina
Che cosa cambia rispetto alla Golf a benzina: a parte l’alimentazione, ha qualche dettaglio che migliora i consumi: spoiler sul lunotto posteriore, presa d’aria inferiore anteriore parzialmente chiusa, cerchi/pneumatici non più grandi di 16 pollici
Principali concorrenti: nel suo segmento, a metano, il dominio di Volkswagen è assoluto, con la Seat Leon e l’Audi A3. Dalla Germania, però, arriva la versione a metano della Mercedes Classe B
Varianti di carrozzeria: viene venduta solo nella versione berlina a cinque porte e familiare Variant
Dimensioni: Lunghezza 425,5 cm; larghezza 179,9 cm; altezza 147,2 cm; passo 262,2 cm
Massa: 1.382 kg
Motore: Sotto il cofano c’è un 1.4 turbo, quattro cilindri, da 110 CV
Cambio: Manuale a sei marce, come optional si può scegliere l’automatico Dsg a sette rapporti
Trazione: anteriore
Consumo: dichiarato, 3,5 kg di metano per 100 km; 5,3 litri di benzina per 100 km
Autonomia a gas: dichiarata 490 km. Rilevata di circa 300, utilizzando l’auto ad alti regimi
Piace: il motore scatta e si può risparmiare sul carburante senza perdere il piacere di guidare una Golf
Non convince: manca il tasto per scegliere l’alimentazione, per marciare a benzina bisogna per forza aver finito il metano
Produzione: Wolfsburg (Germania)
Prezzo: da 21.300 a 25.050 euro a seconda dell’allestimento (circa 1.500 euro in più rispetto alla 1.4 TSI da 122 CV). La Variant GTI costa 600 euro in più
In vendita: dallo scorso aprile

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