Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, negli scorsi giorni è tornato a parlare dell’Ilva di Taranto ipotizzando un intervento dello Stato con un commissario ad hoc ed il convincimento della Cassa Depositi e Prestiti. Contrario a questa ipotesi è il segretario della Fim-Cisl Marco Bentivogli, che entrando al Mise per la vertenza AST, afferma: “Se si vuole utilizzare la CDP, questa sottenda cordate di investitori industriali, ma non sono assolutamente nostalgico di una siderurgia di Stato che – prosegue – ha lasciato ventiquattro miliardi di debiti, tangenti ed inquinamento”. “Bisogna responsabilizzare il capitalismo italiano e farlo tornare ad investire – afferma Bentivogli – il Governo deve occuparsi meno di mercato del lavoro e più dei motivi per i quali in Italia non s’investe più”. Possibilista, invece il leader della Fiom – Cgil, Maurizio Ladini: “Sì all’intervento pubblico, noi lo diciamo da un po’ e si è perso anche troppo tempo. In questi due anni la situazione è peggiorata, ma non dobbiamo ripetere altre esperienze, come Alitalia – sottolinea Landini – ci vogliono manager adeguati, investimenti veri che garantiscano l’occupazione. Questa partita – continua – sia giocata davvero e non sia solo un escamotage per scaricare costi sulla collettività e vendere più facilmente a qualche gruppo straniero, deve essere un’operazione di politica industriale vera”  di Manolo Lanaro

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