E’ siriana, stava cercando di attraversare il confine tra il Paese del presidente Bashar al-Assad e il Libano, usando documenti falsi, e si chiama Saja al-Dulaimi. E’ lei la prima delle quattro mogli dell’autoproclamato califfo dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi, fermata dai servizi segreti libanesi, il 23 novembre, insieme al figlio di otto anni avuto proprio con il leader di Isis. Secondo fonti interne al Governo di Beirut, l’operazione è stata portata a termine grazie all’aiuto “di servizi d’intelligence stranieri”. La donna fa parte dei circa 150 ostaggi catturati e poi rilasciati dal regime siriano, lo scorso marzo, durante uno scambio di prigionieri con i jihadisti del Fronte al-Nusra nel quale sono state coinvolte anche le 13 suore rapite in un monastero del villaggio di Maalula. Insieme alla moglie di al-Baghdadi, è stata fermata anche quella di Anas Shirkas, leader dell’altro fronte jihadista di al-Nusra.

A conferma della tesi dell’intelligence di Beirut c’è un video in cui al-Dulaimi appare insieme a due figli e un fratello adolescente mentre avviene lo scambio con i miliziani di al-Nusra. In quell’occasione la donna venne identificata dalla tv araba al-Arabiya come la figlia dell’autoproclamato emiro della Siria, Ibrahim al-Dulaimi, ucciso nel settembre 2013 a Deir Attiyeh, vicino Damasco, durante uno scontro con l’esercito di Assad. La famiglia al-Dulaimi è impegnata nella lotta al regime siriano insieme ai ribelli jihadisti del Paese e conta diverse azioni terroristiche, come ad esempio quella di una delle sorelle di Saja, Duaa, che qualche mese fa si è fatta saltare in aria a Erbil, in Iraq.

Adesso la moglie di al-Baghdadi è sotto interrogatorio da parte delle autorità libanesi, sotto la supervisione del procuratore militare Saqr Saqr, ed è stata sottoposta al test del Dna per stabilire se il bambino che è stato trovato insieme a lei sia effettivamente il figlio avuto dal califfo dello Stato Islamico. Secondo fonti interne alle auotità libanesi, l’annuncio della cattura delle mogli del leader dell’Isis e al-Nusra ha l’obiettivo di dare una svolta alle trattative in corso per la liberazione di circa 20 soldati e poliziotti del Governo di Beirut finiti in mano ai gruppi jihadisti durante gli scontri di agosto al confine con la Siria. Il Fronte al-Nusra ha già minacciato l’uccisione dei prigionieri se le autorità non rilasceranno immediatamente le donne.

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