E’ durato oltre quattro ore l’interrogatorio dei magistrati al deputato Pd Marco Di Stefano. Il parlamentare non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai cronisti presenti a Piazzale Clodio a Roma. L’ex assessore regionale è arrivato alle 10,30 per essere interrogato dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta su una presunta tangente da 1,8 milioni di euro che avrebbe ricevuto, quando era assessore al Demanio alla Regione Lazio nella giunta Marrazzo, dai costruttori Antonio e Daniele Pulcini. Di Stefano è indagato per corruzione, falso, turbativa d’asta, truffa e abuso d’ufficio. Per l’accusa la tangente servì per favorire la locazione di due immobili dei Pulcini alla società “Lazio service“. Di Stefano è stato sentito anche come testimone sulla scomparsa del suo braccio destro Alfredo Guagnelli. Di Stefano si è presentato solo con uno dei suoi legali, doveva esserci anche l’avvocato Pier Paolo Dell’Anno, già difensore dell’ad di Ente Eur Riccardo Mancini. Assenza giustificata perché i carabinieri del Ros erano nel suo studio. Anche Dell’Anno e due collaboratori dello studio risultano indagati per il famigerato 416 bis contestato ai presunti appartenenti di Mafia capitale di Loredana Di Cesare

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