Caccia allo straniero. A Telgate, in provincia di Bergamo, è scattata l’ordinanza anti Ebola. Mercoledì scorso il primo cittadino Fabrizio Sala (Lega Nord) ha firmato un provvedimento che prevede “il divieto di dimora, anche occasionale, presso qualsiasi struttura di accoglienza, per persone prive di regolare documento di identità e di tessera sanitaria o di regolare certificato medico rilasciato dalla competente Unità Socio Sanitaria attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità di soggiornare”.

Il sindaco del paese bergamasco, di fronte all’allarmismo per il virus africano, ha deciso di correre ai ripari in maniera radicale. L’ordinanza emanata e pubblicata all’albo pretorio ha come oggetto “misure urgenti per contrastare il diffondersi di malattie infettive”. A Telgate ora i migranti privi di regolare permesso di soggiorno ovvero di tessera sanitaria, individuati nel corso di accertamenti da parte della polizia locale, dovranno obbligatoriamente sottoporsi entro tre giorni a visite mediche presso la competente unità socio sanitaria “allo scopo – scrive Sala nell’ordinanza – di verificare le condizioni sanitarie, soprattutto in relazione all’eventuale presenza di malattie infettive, quali ad esempio la Tbc, l’Ebola, l’epatite e la scabbia”.

Il sindaco è determinato: africani, australiani, americani o russi se verranno trovati a Telgate senza passaporto, permesso di soggiorno e tessera sanitaria, dovranno andarsene. Nel provvedimento, criticato in particolare dai cattolici della provincia di Bergamo, Sala scrive le motivazioni: “E’ notorio il diffondersi di nuove e gravissime malattie come la scabbia, la Tbc, l’epatite, l’Ebola di cui, per quest’ultima, non esiste profilassi nei Paesi d’origine o partenza degli immigrati. Come attestato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, è attualmente in corso una gravissima epidemia che velocemente sta coinvolgendo tutte le nazioni a causa dell’arrivo di questi stranieri di cui non si conoscono le reali condizioni di salute. Ho ritenuto pertanto doveroso intervenire in maniera indifferibile nel contesto di un’azione mirata a garantire una generale quanto efficace attività preventiva posta a tutela della salute pubblica dei cittadini di Telgate e della sicurezza urbana”.

La decisione del primo cittadino bergamasco non prevede alternative: “In caso di violazione dell’obbligo previsto dall’ordinanza i trasgressori saranno segnalati alla Prefettura e alla Questura”. Intanto a schierarsi contro la decisione del sindaco di Telgate è il Partito Democratico: “La nostra preoccupazione è che dietro a scelte di tutela della salute pubblica si possano nascondere atti di razzismo”, spiega Gabriele Riva, segretario provinciale del Pd, al quotidiano “L’Eco di Bergamo”.

Ma dentro la stessa Lega Nord di Bergamo, di cui fa parte Sala, non tutti sono d’accordo col provvedimento: per il coordinatore dei sindaci leghisti, Giovanni Malanchini, “non è una priorità”. Ma a Telgate c’è anche ci difende Sala: alcune mamme avrebbero dato vita a una raccolta firme, per chiedere che i ragazzi stranieri che frequentano le nostre scuole vengano sottoposti a visite di controllo ogni volta che fanno ritorno dal Paese d’origine. Non resta che attendere il parere del Ministero dell’Interno e della Salute.

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