A dispetto delle miscredenze di rito, ogni tanto il miracolo si compie: esce un disco italiano di respiro internazionale. Stiamo parlando di “Tourismo”, il secondo album del duo “Welcome Back Sailors”, uscito il 24 novembre per l’etichetta/collettivo We Were Never Being Boring e per La Barberia Records
A tre anni di distanza dall’ottimo esordio “Yes/Sun”, che li aveva imposti all’attenzione degli amanti del dreampop e degli smalti 80’s, i “marinai” di Guastalla sono tornati per regalarci un viaggio sonoro “che ha toccato innumerevoli porti e da ciascuno di essi ha guadagnato un sapore, un’emozione, un suono, un qualcosa da raccontare”.
Il duo formato da Alessio Artoni e Danilo Incerti calca la scena musicale italiana già dal 2009, ma alle loro spalle c’è un passato che ha toccato – come ci rivela Alessio – porti insospettabili: “Condividevamo la stessa sala prove in una cascina di campagna, con progetti differenti provenienti dall’ambito hard-core anni ‘90. Insomma facevamo un gran casino. Nel tempo i progetti sono divenuti un progetto che abbiamo condiviso assieme ad altri amici con sonorità decisamente più dolci, vicine a quel britpop tipico fine ‘90 primi 2000. Nel frattempo siamo cresciuti ed anche i nostri gusti ed interessi hanno spostato il focus su sonorità più mature e complesse fino a sfociare in quello che facciamo oggi come Welcome Back Sailors”.

“Condividevamo la stessa sala prove in una cascina di campagna, con progetti differenti provenienti dall’ambito hard-core anni ‘90. Insomma facevamo un gran casino”

Attualmente i WBS stanno diventando punto di riferimento, insieme a Casa Del Mirto, M+A, Drink To Me, di un electro pop tutto italiano che predilige atmosfere dilatate, con suoni affini alla scuola dei Washed Out e dei Radio Dept., puntando però su colori più vividi ed una maggiore pulizia negli arrangiamenti.
Con “Tourismo” i WBS non hanno scelto la ripetizione pedissequa dei suoni del primo disco, per quanto la gestazione del nuovo lavoro sia iniziata proprio a ridosso della pubblicazione di “Yes/Sun”. Ci spiega Alessio: “Abbiamo cercato gli strumenti giusti per dare il giusto mood ed abbiamo lavorato parecchio su tutte le parti ritmiche, sia dal punto di vista strutturale che puramente di suono. Tutto il disco è stato poi ri-registrato a Bologna in un ‘vero’ studio di registrazione con il supporto di Andrea ‘Suri’ Suriani (My Awesome Mixtape, Drink To Me, I Cani, M+A) che ha limato il tutto ed ha conferito al disco un suono più fresco e ‘nitido’ rispetto al precedente che suonava molto più evanescente per scelta. Al disco hanno collaborato Sara Loreni, Stefano Cristi, Paolo Moscatelli e Davide Favuzza, provenienti tutti da mondi musicali differenti”.

“Abbiamo cercato gli strumenti giusti per dare il giusto mood ed abbiamo lavorato parecchio su tutte le parti ritmiche, sia dal punto di vista strutturale che puramente di suono”

Un equipaggio così allargato ha permesso a “Tourismo” di affrontare una navigazione equilibrata tra estasi melodiche e trepidazioni crepuscolari che si suddivide in undici episodi di grande impatto. L’incipit è affidato a “Best Friend”, primo singolo estratto del disco, che ci conduce nel labile confine amicizia/amore tra laccature sinth e climax vocali ascendenti. Emanano luce propria “Love is a mirror” e “Falling”, con la voce di Sara Loreni che disegna vellutate linee melodiche su ritmi decisamente più serrati. Il pezzo migliore del lotto, almeno per quanto riguarda la longevità radiofonica, è “Shining Blue”, con un inciso che fa la differenza. C’è spazio anche per paesaggi sonori più soffusi costruiti sulle basse frequenze, come “Panorama”, ben presto scossi dalle imprevedibilità ritmiche di “Something Great”. Poi, dopo aver letto un paio di cartoline ben scritte dal Café del Mar (“Lonely Boy”, “Today”), percepiamo la “golden hour” del disco con l’assolo sax di Stefano Cristi in “Act Like You Are Crazy”. Chiude il viaggio “Jason Dill”, un tributo quasi elegiaco al virtuoso californiano dello skateboard.
“Tourismo” non è la promessa inattendibile di due marinai che devono accontentare delle aspettative o un genere di riferimento, quanto la testimonianza di una freschezza compositiva che, col procedere dei brani, fra riverberi nostalgici e cascate di sinth, regala una carica emozionale orientata al presente e un piglio internazionale davvero raro.

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