Le acciaierie Lucchini di Piombino sono di proprietà degli algerini del gruppo Cevital. Il Comitato di sorveglianza ha dato parere favorevole alla proposta di salvataggio del sito siderurgico livornese, preferendola a quella degli indiani di Jsw Steel Limited, la cui vittoria era data per scontata fino a pochi mesi fa. Dopo l’annuncio il presidente della regione Toscana Enrico Rossi ha ricordato gli impegni presi dal presidente del gruppo algerino, Issad Rebrab: “La Lucchini tornerà a produrre acciaio, sono previsti 400 milioni di investimento per la realizzazione di 2 forni elettrici e un nuovo laminatoio (in aggiunta a quelli esistenti) per 2 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, riassorbendo tutti i lavoratori nell’arco di due anni. A questo si aggiunge la bonifica dei terreni e l’avvio della produzione di biodiesel, olio vegetale, mangimi e zucchero con positive ricadute occupazionali (500 posti di lavoro previsti), nonché la creazione a Piombino di un polo logistico per l’import-export delle attività del gruppo Cevital”.

L’offerta degli algerini è stata ritenuta più vantaggiosa rispetto alla concorrenza “sia per quanto riguarda gli interessi dei creditori, sia per ciò che concerne le ricadute sociali del piano industriale, che – si legge nella nota del Comitato di sorveglianza – prevede a regime l’occupazione di tutto il personale di Piombino, mediante il rilancio della produzione di acciaio e attraverso importanti elementi di diversificazione nei settori dell’agro-alimentare e della logistica“. Per l’ok definitivo manca ora l’autorizzazione del ministero dello Sviluppo economico, a cui il commissario straordinario Piero Nardi ha già comunicato la firma del contratto preliminare di cessione dei rami d’azienda Lucchini Piombino, Lucchini Servizi e Vertek Piombino, e del 69,27% di GSI Lucchini. La Ferriera di Servola (Trieste) è stata invece già acquisita dal gruppo Arvedi. La proposta di salvataggio delle acciaierie toscane da parte di Jsw Steel Limited è stata considerata comunque meritevole di attenzione e “manterrà validità giuridica fino a gennaio 2015″.

L’accordo per la cessione degli asset a Cevital è stato accolto positivamente dagli ambienti politici e sindacali toscani. “Il Comitato di sorveglianza della Lucchini ha preso, in seguito a valutazioni economiche ed industriali, una decisione che chiude una fase di incertezza e apre una prospettiva di rilancio per Piombino e per la siderurgia del Paese”, ha commentato Alessio Gramolati, segretario generale di Cgil Toscana. “Una grande soddisfazione” per Luciano Gabrielli, segretario della Fiom di Livorno. Soddisfatto anche il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani: “Con la scelta di Cevital si rispettano quelle che sono le aspettative del territorio e delle stesse istituzioni”.

L’azienda di Piombino si trova in amministrazione straordinaria dal dicembre 2012 e nel corso della sua lunga crisi ha sperimentato anche lo spegnimento dell’altoforno, l’impianto che rifornisce lo stabilimento. Le acciaierie contano 2.200 dipendenti, ora in contratto di solidarietà al 60%. Nei mesi scorsi era emerso il rischio che un migliaio di persone fossero dichiarate in esubero. Le difficoltà della fabbrica e dell’indotto si sono fatte sentire sull’intera città, e non solo dal punto di vista economico. Il governo, ad aprile, ha stanziato 250 milioni per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale toscano che, aveva detto Rossi, avrebbe dovuto “ritornare a produrre acciaio nel giro di tre anni”.

 

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