Se ad agosto, subito dopo i sorteggi per i gironi di Champions League, qualcuno avesse pronosticato che a fine novembre la Roma avrebbe potuto festeggiare il passaggio del turno, sarebbe stato bollato come folle. E invece la Roma è padrona del suo destino (copyright di Rudi Garcia) con un turno d’anticipo. Che coincide con la campagna di Russia, dove i giallorossi affronteranno il Cska di Mosca (fischio d’inizio alle ore 18), già sonoramente battuta all’esordio europeo. Sfida importante ma non decisiva, perché la prenotazione dei biglietti per gli ottavi di finale si gioca su due fronti.

Vittoria e poi tv – Nel deserto dell’arena Khimki, chiusa per gli incidenti della gara d’andata, gli uomini di Garcia si preparano a un duello giocato poco di fioretto. La goleada dell’Olimpico mette la Roma nelle condizioni di pensarla così: vincere in qualsiasi modo e tifare Bayern. Se i tedeschi restano imbattuti contro il Manchester City, un successo farebbe rima con qualificazione. Alla faccia del girone della morte, dell’imbarcata subita dalla banda Guardiola e degli scricchiolii che nelle ultime settimane si avvertono a Trigoria. Accuse riaccese dalla prestazione non convincente (ma vincente) di Bergamo, ma rispedite al mittente dal tecnico francese: “La Roma è in corsa per tutto, vuol dire che finora abbiamo fatto bene, anche se non sono mancati errori. Noi in difficoltà in trasferta? Abbiamo perso con il Bayern e a Napoli… Peccato per gli infortuni che finora hanno limitato la gestione ottimale delle energie”.

Complesso europeo – Mercoledì a Malmoe (live alle 20.45) farà freddo quasi come a Mosca – dove la temperatura prevista è -6° – ma la Juventus non potrà scaldarsi con la matematica anche in caso di vittoria. I bianconeri dovranno attendere l’ultimo turno per conoscere il proprio destino e, visto l’incrocio con l’Atletico Madrid nel rush finale, è bene non prendere sottogamba gli svedesi. Per informazioni chiedere all’Olympiacos, che qui ha mollato l’intero bottino. Tensione giusta, preoccupazioni poche per Allegri. Perché nelle ultime settimane ha proposto una squadra vincente e godibile. I traumi della transizione da Conte al tecnico livornese sono rimasti sulla carta. Il nuovo 4-3-1-2 poggia su basi solide e la prepotente crescita di Paul Pogba sta diventando un valore aggiunto e costante. Certo, le notti di Champions League comportano il risveglio del tarlo nella testa della Juventus, fuoriserie in campionato e utilitaria nella competizione continentale. Soprattutto in trasferta dove è a secco di vittorie da sei turni e ha perso le ultime quattro. Scacciare il complesso di Europa sta diventando un imperativo programmatico a Torino.

La situazione della Roma – Quello della Roma lo detta Garcia ed è molto più pratico: scegliere bene i tacchetti visto il freddo annunciato nella capitale russa. Dove i giallorossi arrivano con la consueta emergenza infortuni. Oltre al giallo Maicon, ancora fermo ai box, l’allenatore francese deve fare a meno anche di Torosidis. Una situazione che potrebbe spingere in difesa Florenzi (aveva spesso giocato lì in precampionato), Nainggolan o convincere Garcia a battezzare il giovane Somma in campo europeo per sedare Doumbia (10 gol in 13 partite, una ogni 101 minuti). Gervinho risparmiato a Bergamo e Totti assente in campionato per squalifica garantiscono energie fresche in attacco. Pur inserito in questa cornice, un blitz al Khimki non è missione impossibile: in Champions i russi subiscono gol da 14 turni (2.4 di media) e hanno perso quattro delle ultime sette partite nel loro stadio.

Dimenticare Copenaghen – Anche Allegri ha i suoi grattacapi difensivi. Esclusi i recuperi di Ogbonna e Caceres, dovrebbe invece farcela Patrice Evra. E in Svezia potrebbe rivedersi anche Asamoah. Forze nuove per una squadra finora spremuta dalla penuria di scelte davanti a Buffon e costretta ad abbassare Simone Padoin alla sinistra di Chiellini. Il resto è solo questione di testa. Basterà non ricordarsi che Malmoe è ad appena 16 chilometri da Copenaghen, dove lo scorso anno la Juventus non andò oltre il pareggio complicando la corsa agli ottavi. Le due città sono unite da un avveniristico ponte. In svedese si chiama Öresundsförbindelsen. Si fa prima a non pensarci che a impararne la pronuncia.

Twitter: @AndreaTundo1

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