È un medico di Emergency il primo cittadino italiano contagiato dall’Ebola. Il paziente è risultato positivo al virus in Sierra Leone, arriverà a breve in Italia e verrà ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma. “Sono state immediatamente attivate – spiega il ministero della Salute – l’Unità di crisi della Farnesina e l’Aeronautica Militare per le conseguenti attività operative”.

Tutto è stato predisposto in modo da “organizzare il trasferimento e il trattamento del medico italiano con trasporto ad alto biocontenimento” in massima sicurezza. “Mi sento di rassicurare la famiglia che il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi durante la notte, stamattina ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla famiglia e assicuro che il governo italiano tutto è al fianco del nostro connazionale” dice il ministro Beatrice Lorenzin. Il medico lavora nel Centro per malati di Ebola di Lakka. Emergency “assicura che tutto lo staff del Centro segue una formazione specifica sui protocolli di protezione per evitare il contagio e la diffusione del virus. Nessun intervento sanitario in un’epidemia così grave può essere considerato completamente privo di rischi”. In Sierra Leone, spiega l’organizzazione medico-umanitaria “la situazione è drammatica: l’epidemia continua a espandersi con oltre 100 nuovi casi al giorno. Emergency ricorda i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui sono oltre 5.000 i malati di Ebola nel Paese, ma i dati reali potrebbero essere molto più alti”.

“Non siamo allarmati. Il collega contagiato dal virus Ebola in Sierra Leone è stato assistito sin dai primissimi sintomi e seguiamo rigidissime procedure di sicurezza. Sappiamo bene, dalla nostra esperienza, che il tempo fa molta differenza. E in questo caso l’assistenza è stata immediata” spiega Cecilia Strada, presidente di Emergecy. “Stiamo procedendo all’evacuazione – spiega all’Adnkronos Salute – che avverà nelle prossime ore, ma il collega sta bene. I sintomi sono allo stadio iniziale”. Il volontario si trovava nel Paese dal 18 ottobre “nello staff composto da 33 persone, di cui circa 26 italiani”. Il contagio non scoraggia l’organizzazione. “Ci sono 15 persone in attesa di partire per la Sierra Leone”, spiega Cecilia Strada. “E a metà dicembre prenderemo in gestione un centro di 100 posti letto che la cooperazione inglese sta terminando. Non a caso nel nostro staff stanno arrivando alcuni medici inglesi“. Per battere Ebola, “cosa che noi vogliamo fare, prima che questa epidemia si trasformi in una catastrofe – dice Cecilia Strada – servono persone, materiali e strutture per l’isolamento”.

L’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma “è pronto, ma lo è da tempo, ad accogliere in serata il medico italiano contagiato in Sierra Leone dal virus Ebola. Ci siamo addestrati in questi mesi, i medici e il personale sanitario sono pronti – dice Valerio Fabio Alberti, commissario straordinario degli Irccs Regina Elena, San Gallicano e Lazzaro Spallanzani – per dare tutta l’assistenza necessaria. Un’ambulanza ad alto isolamento lo porterà dall’aeroporto allo Spallanzani”.

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