“Ci sono alcune Regioni a cui stiamo letteralmente pompando soldi da anni e anni, ma dove il livello della qualità di vita dei cittadini non migliora, non si produce crescita. Non vediamo differenze.”.

Queste sono le parole del Commissario europeo per le politiche regionali, la romena Corina Creţu, durante un incontro della Commissione europea a Bruxelles dove ha annunciato l’adozione di nuovi programmi strategici che aprono la strada a investimenti dell’Ue in centinaia di progetti transfrontalieri e regionali in Germania, Paesi Bassi e Regno Unito.

Sempre in questa circostanza il neo commissario ha annunciato “Dobbiamo analizzare cosa accade con i nostri soldi perchè questo è denaro dei contribuenti e noi ne siamo responsabili”, la sua intenzione è quella di mettere in pista nei prossimi mesi una task force Ue che interverrà in quei paesi dove si registrano difficoltà e ritardi nell’assorbimento dei fondi strutturali e dove non si vedono risultati concreti.

La Cretu ha riportato come esempi negativi alcune regioni del Sud Italia e quelle della Romania, dichiarandosi pronta ad andare sul posto per incontrare direttamente le autorità locali.

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La task force avrà il compito di controllare e supportare le Regioni nell’elaborazione dei progetti per la programmazione 2007-2013,  nonchè per quella dei nuovi fondi 2014-2020, trovando dove necessario una “soluzione personalizzata” con “assistenza tecnica e scambio di buone pratiche”.

Le Regioni dovranno infatti entro il 31 dicembre del 2015 spendere e certificare i fondi strutturali della programmazione 2007-2013. Un tesoro di circa 17,6 miliardi da investire in questi ultimi 13 mesi, pena la restituzione a Bruxelles. Sarà difficile recuperare il ritardo di questi anni, si prospetta un’impresa davvero proibitiva.

“Calabria e Campania – ha ricordato poi la Cretu – non hanno ancora inviato i loro piani operativi per la programmazione 2014-2020”, mancando la scadenza del 17 novembre. Bruxelles ha comunque concesso una proroga, perché l’intenzione della Commissione è quella di “aiutare e non punire”, ed assicura rigidi controlli, promettendo nessuna tolleranza per frodi e programmi di bassa qualità.

Da evidenziare che già nel recente passato c’è stato bisogno di Task force tra Commissione Europea, Stato Italiano e le Regioni Meridionali, ci riferiamo a quelle messe in atto in Campania, Calabria e Sicilia nel 2012.

Con questi dati viene da chiedersi se un’ennesima task force servirà; forse riuscirà solo momentaneamente a superare la criticità del momento, perché, considerati i precedenti ritardi e difficoltà nell’assorbimento di fondi strutturali, è probabile che tra un paio di anni potremmo ritrovarci nella stessa situazione negativa. In vista della nuova programmazione 2014-2020, per la quale le tre regioni meridionali suddette risultano già in ritardo nella presentazione dei rispettivi programmi operativi, sarà il caso di prendere provvedimenti concreti, che certamente non dovranno essere decisioni punitive come la riduzione dei co-finanziamenti pubblici o task force dell’ultimo minuto, ma iniziative tese a creare dei tavoli di confronto in cui Università, imprese, società civile ed Autorità si ritrovino insieme per cooperare e per progettare strategie per il loro territorio.

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