Via libera dell’Aula del Senato al disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Il provvedimento è stato approvato con 150 voti favorevoli, 51 contrari e 26 astenuti. Il testo passa ora alla Camera. Si conferma l’asse Pd-M5S che ieri, 19 novembre, aveva dato l’ok anche al divorzio immediato: in quel caso i senatori di Ncd avevano abbandonato i lavori della commissione. Il senatore Cinque Stelle Michele Giarrusso, nelle dichiarazioni di voto finali in Aula, ha annunciato il voto favorevole del gruppo al ddl. “Non sarà una legge perfetta ma sicuramente non è una porcata ed è grazie a noi. Noi non abbiamo trovato un muro, questa volta e M5S c’è e non si tira indietro davanti alle proprie responsabilità”, spiega Giarrusso annunciando che alla Camera saranno presentati “emendamenti” per migliorare il testo. Il voto di oggi conferma la maggioranza trasversale che in precedenza si era già formata durante i lavori della commissione Giustizia. Alcuni emendamenti, infatti, su cui il governo era contrario, sono stati respinti grazie ai voti del M5s visto che Ncd non ha votato con il Pd. La maggioranza si è divisa più volte, in particolare sull’obbligo di motivazione per i giudici che si discostano da una sentenza delle sezioni unite della Cassazione. Il ddl ora dovrà tornare alla Camera per essere approvato entro fine dicembre: su questa materia, infatti, l’Unione europea ha aperto una procedura di infrazione che diventerà esecutiva dal 2015. La Corte europea ha condannato l’Italia a causa del sistema di risarcimento per chi viene pregiudicato da un errore commesso nell’applicazione del diritto comunitario.

Responsabilità civile
Secondo l’emendamento del governo approvato in commissione Giustizia sono considerati “colpa grave” i casi di violazione manifesta della legge e del diritto Ue o per travisamento della prova, i casi di dolo o negligenza inescusabile. Non può però dare luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove.Per i casi di colpa grave, con la riformulazione di un emendamento del governo all’articolo 2, si includono “la violazione manifesta della legge nonché del diritto Ue, il travisamento del fatto o delle prove” oppure l’affermazione – o negazione – di un fatto la cui esistenza incontrastabilmente risulta (o è esclusa) negli atti del procedimento. E a questa casistica va aggiunta “l’emissione di un provvedimento cautelare personale o reale fuori dai casi consentiti dalla legge o senza motivazione”.

Azione di rivalsa
Entro due anni dal risarcimento avvenuto, il presidente del Consiglio “ha l’obbligo di esercitare la rivalsa nei confronti del magistrato” nei casi di colpa grave, dolo o negligenza inescusabile. Nel testo si prevede inoltre che “i giudici popolari rispondono solo in caso di dolo”.

Entità rivalsa
La rivalsa non potrà “superare” una somma “pari alla metà di una annualità dello stipendio, al netto delle trattenute fiscali, percepito dal magistrato al tempo in cui l’azione di risarcimento è proposta”. L’esecuzione della rivalsa, infine, quando avviene con il metodo della trattenuta, non potrà comportare “il pagamento per rate mensili di una misura superiore al terzo dello stipendio netto”.

Responsabilità contabile
Tra le responsabilità del magistrato, di cui sarà chiamato a rispondere, ci sarà anche quella contabile. Lo ha deciso l’aula del Senato approvando a maggioranza un emendamento Ncd a prima firma Nico D’Ascola e Carlo Giovanardi, che ha modificato l’articolo 2 del ddl sulla responsabilità civile dei giudici. Quindi la responsabilità contabile sarà affiancata alla responsabilità civile.

Soppresso articolo su rivalsa Stato contro giudice
Infine, durante l’esame in aula, con un emendamento del governo è stato soppresso l’articolo 4. Con la cancellazione viene evitato che nel processo di rivalsa (Stato contro giudice) faccia stato la decisione pronunciata nel giudizio promosso dal cittadino contro lo Stato, facendo salvi i diritti della difesa.

Articolo Precedente

Pedofilia, la Cassazione annulla con rinvio il processo per don Riccardo Seppia

next
Articolo Successivo

Eternit, la Corte d’appello scrisse: “Prescrizione? No, reato ancora in atto”

next