Sì al taglio dal 22 al 4% dell’Iva sugli e-book, che passa così allo stesso livello previsto per i libri cartacei. Aumento del fondo per le non autosufficienze, come promesso dal governo due settimane fa. E poi estensione della social card anche agli extracomunitari. Che però, a ben guardare, non è una novità ma solo la riproposizione di quanto già deciso con la manovra finanziaria del 2013. Sono alcuni dei contenuti degli emendamenti alla legge di Stabilità approvati in commissione Bilancio alla Camera giovedì. Sono invece attesi per la serata quelli del governo che recepiranno le richieste dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. I sindaci puntano a ottenere un ammorbidimento per quanto riguarda il fondo crediti di dubbia esigibilità, in cui dal prossimo anno saranno tenuti a congelare risorse in proporzione al tasso di mancata riscossione degli ultimi cinque anni.

Il taglio dell’aliquota sui libri elettronici, caldeggiato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che lo ha definito “scelta giusta e coraggiosa”, comporterà una perdita di entrate per il fisco di 7,2 milioni di euro l’anno, che saranno coperti riducendo il Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. La norma era stata inserita nelle prime di bozze del decreto sull’Art bonus, ma il Consiglio dei ministri l’aveva poi esclusa.

fondi stanziati per le non autosufficienze e la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), di cui nella prima versione del ddl era prevista una riduzione, vengono rimpolpati e passano a 400 milioni di euro per il 2015, salvo poi tornare a quota 250 milioni annui dal 2016. I 150 milioni in più per l’anno prossimo, peraltro, arrivano dal Fondo per la famiglia con cui si finanzia anche il bonus bebè, che cala da 298 a 148 milioni di euro. Scelta su cui non sono mancate le critiche in commissione. Ma la coperta è corta. Il relatore Mauro Guerra (Pd) ha sostenuto comunque che “queste risorse non sono sottratte ma sono misure aggiuntive che in Stabilità sono state stanziate per la famiglia, che in qualche modo qualche rapporto col discorso sulle ‘non autosufficienze’ ce l’ha”. Non è ancora ufficiale, invece, il dimezzamento da 150 a 75 milioni del taglio ai fondi per i patronati. Mentre è arrivato il via libera allo stanziamento di 60 milioni di euro per il fondo emergenze nazionali e all’aumento di 650mila euro l’anno delle risorse per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Un emendamento presentato dal governo sancisce poi l’estensione anche agli extracomunitari della social card, cioè la carta acquisti da 40 euro al mese a cui hanno diritto gli over 65 e le famiglie con bambini sotto i 3 anni in condizioni di povertà. Non si tratta però di una vera novità: già dallo scorso aprile, quando è stato pubblicato il relativo decreto attuativo, la carta può essere richiesta anche da cittadini stranieri con permesso di soggiorno residenti in Italia. A stabilirlo è stata la legge di Stabilità del 2013. Nel frattempo però è partita in via sperimentale in 12 città anche la nuova social card, di importo crescente all’aumentare dei componenti della famiglia. Una sovrapposizione sfociata nel caos dopo che, in fase di conversione del decreto Milleproroghe del 2013, la Lega Nord ha chiesto e ottenuto la soppressione di un comma che prorogava l’incarico di Poste italiane, gestore della carta per conto dell’Inps, e assicurava gli accrediti sulle vecchie carte per i mesi di novembre e dicembre 2013. L’emendamento del governo serve quindi di fatto solo a mettere una pezza a una situazione che allo stato attuale vede Poste non più titolare del servizio. E potrebbe addirittura comportare la necessità di chiedere indietro ai beneficiari quanto ricevuto nei primi mesi di quest’anno. Anche il Tesoro, in una nota, ha precisato che la richiesta di modifica “non prevede modifiche alle condizioni personali, anche quanto alla nazionalità, per accedere al beneficio, rispetto alla legislazione vigente che prevede anche per il soggetto extracomunitario con regolare permesso di soggiorno di lungo periodo il diritto alla social card”. Quanto ai fondi, anche per il 2015 alla carta acquisti sono destinati 250 milioni di euro, la stessa cifra stanziata per il 2014.

Per il piano di promozione del made in Italy previsto dal decreto Sblocca Italia ma ancora da finanziare spuntano infine 130 milioni di euro per il 2015, 50 milioni di euro per il 2016 e 40 milioni per il 2017  Le risorse saranno assegnate all’Ice, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internalizzazione delle imprese italiane. Le piccole aziende incassano anche il rifinanziamento con 12 milioni per il 2015, 31,6 nel 2016 e 46,6 per il 2017 della ‘nuova Sabatini’, la legge che prevede sgravi per l’acquisto di beni strumentali.

Articolo Precedente

“Italia virtuosa nei conti pubblici”. L’orgoglio di Padoan contro pregiudizi Ue

next
Articolo Successivo

Legge Stabilità, se i Comuni si fondono possono sforare il patto

next