“Chi ha pagato circa 100mila euro per il trasbordo dalla Cavour dei passeggeri bloccati al largo del porto di Ortona? E come mai l’evento si è tenuto regolarmente, nonostante le condizioni climatiche avverse?”, chiede ora il presidente della Commissione Vigilanza del Consiglio regionale abruzzese, Mauro Febbo. La settimana scorsa, la portaerei Cavour, il colosso dei mari della Marina militare costato un miliardo e mezzo di euro, era in rada a circa un miglio e mezzo dal porto di Ortona. Il governatore abruzzese Luciano D’Alfonso e il capo di Stato maggiore, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, dovevano siglarvi un accordo di collaborazione. E sempre sulla Cavour si sarebbe svolto il convegno “La strategia della macroregione Adriatico-Ionica”.

Oltre cento gli invitati a bordo, tra assessori regionali, amministratori locali, giornalisti e autorità varie. Tutto l’Abruzzo che conta. Ma poi il mare si è increspato. A forza 3. “Troppo rischioso riportare gli ospiti al porto con le pilotine”. E allora, per evacuarli, si è fatto ricorso alle vie straordinarie: a gruppi di nove, i centoventi della Cavour sono stati così trasportati, con due elicotteri, all’aeroporto di Pescara. Non direttamente all’eliporto di Ortona per “motivi di scarsa visibilità”: altrimenti di spazio per l’atterraggio sulla banchina del vicinissimo porto, ce ne sarebbe stato. I trasbordi in elicottero sono durati fino a notte. In totale 24 i viaggi.

Tra i primi a lasciare la portaerei, proprio il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso: “Peggio del comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino”, prosegue Mauro Febbo. Che poi domanda: “Chi ha saldato il conto? Il costo, centomila euro, è a carico dei cittadini della regione Abruzzo, o viene spalmato sui contribuenti italiani?”. E poi “la Marina militare – prosegue l’interrogazione di Febbo – nota sia per gli studi scientifici sia per le attrezzature in dotazione in campo di previsioni meteorologiche, era a conoscenza delle avverse situazioni meteo, e quindi in grado di valutare lo spostamento della sottoscrizione del protocollo in altro luogo in terraferma?”. Febbo poi parla di Luciano D’Alfonso, “conosciuto per la passione nell’organizzare grandi eventi mediatici: le avverse condizioni del mare erano note a tutti o solo ad alcuni, visto che lo stesso D’Alfonso è stato il primo a lasciare la portaerei, imitando simpaticamente l’atteggiamento del comandante Schettino?”.

Anche il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano chiede adesso chiarezza, e ha trasmesso un’interrogazione al Ministero. “I viaggi in elicottero che hanno garantito a D’Alfonso e ad altri membri della giunta regionale di tornare a terra – scrive il parlamentare – sono costati 100mila euro. Sono convinto che costoro avranno avuto impegni importanti e improrogabili tali da giustificare questo esborso a spese dei contribuenti“.

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