Settecento bambini rimasti fuori dai nidi comunali e tre asili pronti da anni che non aprono. E’ il paradosso che vive il quartiere Ponte di Nona, periferia est di Roma, una zona abitata soprattutto da giovani coppie con bambini, edificata negli primi anni duemila con la promessa che insieme alle case sarebbero arrivati i servizi. Le famiglie sono costrette a spendere fino a 500 euro al mese per asili privati o a portarli in altri quartieri. “Il Comune non ha i fondi per assumere il personale – Massimo Sbardella, presidente Commissione Scuola del sesto Municipio – e nonostante ci siano molte educatrici precarie gli asili potrebbero essere dati in gestione ai privati”. Più tempo restano chiuse, più improbabile diventa l’apertura: le strutture abbandonate nel frattempo vengono vandalizzate e diventano inutilizzabili. Solo nell’asilo di via Saldini i danni ammontano a 100mila euro  di Claudia Andreozzi

Articolo Precedente

“Morire di petrolio”: in un libro la vittoria dei cittadini contro la Tamoil a Cremona

next
Articolo Successivo

“Se mi annulli non vale”. Arcigay in piazza a Bologna contro Alfano e prefetto

next