Ebola epidemicSul sito web del National Center for Homeopathy di McLean, Virginia, Usa, è recentemente apparso un articolo nel quale si sostiene che medici omeopati di tutto il mondo avrebbero richiesto accesso alle regioni colpite per mettere a punto una terapia omeopatica contro la febbre di Ebola. L’articolo è stato citato criticamente dal quotidiano inglese Guardian.

In effetti l’idea di curare omeopaticamente la febbre di Ebola è ridicola: proviamo a spiegare perché. L’omeopatia fu inventata alla fine del 1700 dal medico tedesco Samuel Hahnemann, che continuò a perfezionarla fino alla morte, avvenuta nel 1843. L’opera principale di Hahnemann è l’Organon che tutti gli omeopati ritengono ancora fondamentale e che è liberamente accessibile sui siti web di molte associazioni di medicina omeopatica. L’ipotesi fondamentale dell’omeopatia è che sia possibile sostituire la malattia del paziente con una intossicazione farmacologica, purché i sintomi della prima e della seconda siano simili, e purché la seconda sia più grave della prima. Una volta avvenuta la sostituzione, l’intossicazione può essere curata semplicemente interrompendo la somministrazione del farmaco. Per usare le parole originali di Hahnemann: “Poiché ogni malattia (non di spettanza della chirurgia) consiste in una perturbazione, nei sentimenti ed attività speciali, patologica, dinamica della nostra forza vitale (principio vitale) – il principio vitale, perturbato dinamicamente da malattia naturale, nella cura omiopatica viene attaccato da un’affezione più forte, simile, artificiale, determinata dalla somministrazione di una medicina potentizzata e scelta esattamente per la somiglianza dei sintomi. In questo modo si spegne e scompare il senso della affezione patologica naturale (più debole) dinamica, che da questo momento non esiste più per il principio vitale. E il principio vitale viene interessato ed ora dominato da questa affezione patologica artificiale, più forte, che, estinta presto la sua azione, lascia libero e guarito il malato.” (aforisma 29 dell’Organon, cit. nel mio libro La Costruzione dell’Omeopatiaoriginale consultabile in inglese).

L’ipotesi di Hahnemann era difficilmente credibile anche nel primo ottocento, ed è oggi manifestamente assurda per varie ragioni che nel caso della febbre di Ebola dovrebbero essere evidenti. In questo articolo ne considererò due sole: in primo luogo la febbre di Ebola è una malattia molto grave, con una letalità stimata del 60% per i casi clinici conclamati. Come può esistere, e che letalità deve avere, una intossicazione farmacologica omeopatica “più forte” capace di sostituirsi ad Ebola? In secondo luogo, la febbre di Ebola non è una “perturbazione dinamica della nostra forza vitale” (nessuna malattia lo è, perché la forza vitale non è mai esistita: era un abbaglio tardo-secentesco); è invece una infezione virale e la sua cura richiede l’eliminazione del virus. Il farmaco che serve per la cura della febbre di Ebola non deve simulare i sintomi della malattia, deve impedire la replicazione del virus, un evento che ha una relazione causale ma nessuna somiglianza con i sintomi della malattia.

Pochi omeopati moderni difendono oggi l’ipotesi originale di Hahnemann. In genere ne sostengono una diversa, che appare in sordina in alcuni tra gli scritti di Hahnemann: che i farmaci omeopatici “stimolino” i meccanismi difensivi e riparativi dell’organismo, e che sia quindi l’organismo stesso a curarsi da sé, grazie allo stimolo ricevuto. Anche in questo caso però l’applicazione ad una malattia virale è assurda: i meccanismi difensivi oggi sono ben noti e si chiamano anticorpi, interferone, linfociti T. Nessuno di questi meccanismi può essere stimolato usando farmaci che hanno lo scopo di produrre sintomi simili alla malattia: semmai questo effetto si può ottenere coi vaccini. Per queste ragioni la dott.ssa Victoria Murphy, manager del programma Sense About Science sostiene che: “quando si adotta l’omeopatia al posto di terapie mediche efficaci, si perdono vite umane.”

Ringrazio il dott. Marco Bella che mi ha fornito utili suggerimenti per questo post.

Articolo Precedente

Commissione Grandi Rischi, quando la scienza trema /2

next
Articolo Successivo

Rosetta, Philae sull’orlo di un cratere Corsa per attivare i pannelli solari

next