Botta e risposta tra il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, e il presidente della Liguria, Claudio Burlando. Il primo parla di “reazioni isteriche”, il secondo sostiene di non sentirsi “responsabile” e che dell’esercito c’è bisogno. Il giorno dopo l’ennesima alluvione e due morti a Chiavari è la polemica che tiene banco.

“L’amministrazione ligure ha reazioni isteriche. L’esercito non serve a nulla, non sa dove mettere le mani. Oggi è fatto di super professionisti che con la Protezione civile non c’entrano nulla. La Toscana sta messa peggio, ma i suoi amministratori non hanno queste reazioni. Quando chiama l’esercito Burlando mi ricorda l’Alemanno che spargeva in ritardo il sale sul ghiaccio di Roma e poi chiedeva i militari” dice Gabrielli a La Repubblica. “Dall’ultima alluvione di Genova in poi le pratiche di protezione civile sono tornate indietro di 50 anni: esercito e angeli del fango sono cose di un’altra era. La Liguria ha 6700 volontari addestrati, più un altro migliaio che si è mosso proprio per Genova. Non servono le truppe cammellate né i cherubini dal cielo, piuttosto Burlando pensi a come è stato gestito il suo territorio negli ultimi trenta anni”.

Gabrielli: “L’esercito non serve a nulla, non sa dove mettere le mani. La Toscana sta messa peggio, ma i suoi amministratori non hanno queste reazioni

E poi ancora: “La Liguria ha 50 chilometri di fiumi tombati. È una regione stretta, scoscesa, fortemente antropizzata prima e poi abbandonata nelle zone interne”. Alla domanda se i liguri devono rassegnarsi Gabrielli è netto: “Devono imparare a vivere con un rischio accettabile, e così tutti gli italiani. Neppure se domani si iniziassero ad allargare gli argini dei fiumi, ad abbattere le case a rischio, città e campagne sarebbero sicure. Il rischio caratterizzerà sempre il nostro paese. E, comunque, domani non si inizierà a gestire bene il territorio: mancano la volontà politica e le risorse“.

Ma il governatore ligure non ci sta: “C’è bisogno di tutti: di una struttura della Protezione civile, dell’esercito, dei ragazzi che aiutano a spalare – dice a Radio24 . Non condivido una parola di Gabrielli. Cosa deve fare un presidente di regione? Abbiamo due visioni diverse. Capisco che quella della protezione civile sia un’organizzazione più giusta, ma abbiamo bisogno di tutti, anche dei soldati e dei ragazzi, che non voglio chiamare angeli del fango”.

Non condivido una parola di Gabrielli. Cosa deve fare un presidente di regione? Abbiamo due visioni diverse

 

Burlando dice non sentirsi “responsabile” di quanto avvenuto negli ultimi anni: “Non si può avere la colpa di avere avuto il consenso, io sono stato eletto … Le persone non vanno giudicate per quanto sono state nei posti di potere ma per quanto hanno fatto”. Per la messa in sicurezza di famiglie e i commercianti Burlando ha chiesti 150-200 milioni. Al giornalista che fa notare come il premier Matteo Renzi non sia mai venuto in Liguria il governatore risponde: “Sono già venuti due ministri, giudicherò Renzi dopo che ci avrà dato gli aiuti necessari”.

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