La pena stabilita dalla Corte d’appello per Renato Farina dovrà essere rivista al ribasso. La quinta sezione penale della Cassazione ha così disposto un nuovo esame nei confronti dell’ex vicedirettore di Libero che, nel luglio 2012, era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per falso in atto pubblico perché, quando era deputato Pdl, aveva fatto visita in carcere a Lele Mora insieme a un tronista 25enne, fingendo che fosse un suo collaboratore parlamentare. Questa persona, però non era stata autorizzata ad accedere.

In particolare la Cassazione ha riqualificato il reato come falsità ideologica commessa da privato (483 codice penale) anziché da pubblico ufficiale (art. 479 codice penale). Il primo reato prevede un massimo di pena fino a due anni, mentre la precedente contestazione prevede pene che possono arrivare anche fino a dieci anni. In particolare, la Quinta sezione penale ha “riqualificato il fatto ex articolo 483 cp e ha annullato con rinvio l’impugnata sentenza limitatamente al trattamento sanzionatorio”, affidando a una nuova sezione della Corte di Appello di Milano il solo ricalcolo della pena. Il verdetto di appello era stato emesso il 9 aprile 2013.  Tra circa un mese si conosceranno le motivazioni.

L’ex vicedirettore di Libero è stato rintegrato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia che lo aveva sospeso nel 2006 per la vicenda della sua collaborazione con il Sismi, sotto il falso nome di agente Betulla. Il  sostituto procuratore della Cassazione Mario Fraticelli aveva invece chiesto la conferma della condanna a due anni e otto mesi di reclusione senza sospensione condizionale della pena. Farina è stato tra gli imputati nella vicenda del sequestro di Abu Omar nell’ambito della quale ha patteggiato una condanna a sei mesi con sospensione condizionale della pena. Attualmente Farina è collaboratore alla Camera con lo staff del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta.

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