Enel ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi in calo del 6,5% a 54,075 miliardi di euro e un utile in diminuzione del 16,2% a 1,957 miliardi. Sui risultati hanno pesato, per 42 milioni di euro, gli effetti cambi in Russia e in America Latina, per 194 milioni e le ripercussioni negative legate al sistema regolatorio in Iberia (162 milioni). Il calo del fatturato è riferibile sostanzialmente ai minori ricavi da vendita e trasporto di elettricità, connessi alle minori quantità generate e vendute, nonché alla variazione dei tassi medi di cambio delle varie valute locali in cui il gruppo opera (in particolare dei Paesi dell’America Latina e della Russia) rispetto all’euro. I ricavi, inoltre, includono l’adeguamento del prezzo di vendita (82 milioni di euro) della società Arctic Russia, ceduta a fine 2013.

A pesare sui margini, poi, sono stati i minori risultati della divisione Iberia e America Latina (che risentono negativamente sia della variazione dei tassi di cambio, sia dei mutamenti regolatori in Spagna) che sono stati solo parzialmente compensati dal miglioramento del margine delle attività effettuate in Italia. Sale, poi, l’indebitamento finanziario netto che da fine 2013 è aumentato di 4,872 miliardi a 44,578 miliardi. Gli effetti positivi derivanti dalla gestione corrente, fa sapere la società, sono stati più che compensati dal fabbisogno generato dal pagamento dei dividendi e agli investimenti del periodo, nonché dall’effetto negativo delle differenze cambio connesse principalmente al debito a medio e lungo termine in valuta diversa dall’euro.

Il cda insieme hai conti ha registrato le dimissioni “per motivi personali” del consigliere indipendente Salvatore Mancuso che era stato nominato pochi mesi fa dal governo Renzi.

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