Venerdì 7 novembre, che ci fa un aereo con la barba finta all’aeroporto di Villanova d’Albenga? Facile, ci ha portato lo #statesereni nazionale, Matteo Renzi che va all’inaugurazione del nuovo stabilimento della Piaggio Aerospace. Lo potete vedere in questo video di RepubblicaTV. L’Italia in cammino? Il sistema Paese? Dipende. Perché, a dire il vero questa inaugurazione assomiglia tanto alla solita renziata: ti vendo uno, paghi due. Visto che la nuova struttura con 900 operai ne sostituisce due dove gli operai erano 1300. Ma insomma che sarà, nell’Italia tripudians?

Renzi-Falcon-ivg

Torniamo all’aereo (nella foto di ivg.it). Strano, tutto bianco candido. Quasi una verginella. In realtà era come se sventolasse un cartello: “guardatemi”. Se vedete un aereo senza un segno, senza una sigla se non il numero di registrazione (quello di Renzi era I-DIEM), niente di più facile che sia un aereo dei servizi. Come, appunto, lo è quello su cui ha volato lo statista di Rignano sull’Arno, un Falcon LX della Cai, la Compagnia Aeronautica Italiana, la preferita dai nostri servizi segreti. O meglio, la compagnia dei nostri servizi. Perché continuino a usare questa copertura è un mistero, visto che anche le pietre sanno chi c’è dietro. Sull’annuario della Italian Business Aviation Association di cui la Cai fa parte come fosse una qualsiasi società di aerotaxi, il suo sito Internet risulta essere www.palazzochigi.it. Ora, va bene modernizzare, ma dubito che Renzi sia già riuscito a vendere il marchio PalazzoChigi a una qualche maison del lusso (prima o poi lo farà, se capita l’occasione).

Oltre al Falcon LX I-DIEM del nostro, la Cai ha almeno altri due velivoli dello stesso tipo: lo I-DIES e lo I-NEMO. Qualcuno suggerisce che le immatricolazioni siano dei messaggi: Carpe DIEM (che nel caso di Renzi andrebbe proprio a pennello), DIES Irae e NEMO che per uno spione va benissimo. Tempo fa c’era anche un Falcon I-FICV che anime belle, ma tendenziose, avevano traslitterato in Fatevi I Cazzi Vostri: anche questo, ne converrete, perfetto per un agente segreto. A dire il vero la Cai avrebbe anche un Piaggio P-180, immatricolato I-DARC (si legge come dark, oscuro: che sia così?) e Renzi avrebbe fatto un figurone ad arrivare alla Piaggio a bordo di un Piaggio. Ma forse sarebbe sembrato non all’altezza delle ambizioni del nostro.

Restiamo a bomba (nel senso dell’argomento, non di Renzi). Perché pacioccone nostro non ha usato uno degli aerei che istituzionalmente sono a sua disposizione? Parliamo degli aerei e degli elicotteri del 31° Stormo TS dell’Aeronautica, dove TS sta per Trasporti di Stato. Anche loro hanno i Falcon, per dire. E a gestirne le operazioni è il Servizio per i voli di Stato, un’articolazione della Presidenza del Consiglio. Anche perché, diciamoci la verità, scendere da un aereo con tutti i crismi e i colori dell’ufficialità è come arrivare su un cocchio di Buckingham Palace. Si capisce subito che dentro c’è la regina, o mal che vada, il principe Filippo. Ma così, un aereo bianco e anonimo è proprio triste. Chiunque con un portafoglio sufficientemente capiente potrebbe noleggiarne uno e fare la sua porca figura.

Escludendo, dunque, che #staisereno abbia voluto segnalare con un understatement simbolico un cambio di strategia comunicativa, perché dunque questo Falcon pallido e non quell’altro tutte luci e pompa? Purtroppo possiamo fare solo ipotesi. La prima è che non ci fossero aerei dell’Aeronautica disponibili o perché occupati o perché guasti. Occupati? Potrebbe essere, anche se ormai volano così poco da quando le informazioni sul loro uso devono essere pubblicate sul sito del Governo, che lo escluderei. Guasti? Improbabile, ma possibile, visto che l’Aeronautica non ha più soldi per le manutenzione perché ormai servono tutti per gli F-35.

Oppure Renzi non usa i “suoi” aerei per non risultare nelle statistiche d’uso. Escluderei: lui (oltre ai presidenti della Repubblica, delle Camere e della Corte costituzionale) non è soggetto all’obbligo di rendicontazione pubblica dei suoi voli.

Oppure non prende più gli aerei dell’Aeronautica dopo che Il Fatto ha beccato la Pinotti mentre tornava a Genova quatta quatta su un aereo militare. Troppe gole profonde. Ora ipotizziamo che l’ex concorrente della Ruota della fortuna la sera prima fosse dovuto andare a Milano per, diciamo, una cena di raccolta fondi all’americana e la mattina dopo ripartire per Albenga. E se qualcuno delle gole profonde lo avesse raccontato, di nuovo, ai giornali? Non sarebbe stato un bel vedere. Nulla di illecito, per carità, come Presidente del Consiglio ha il diritto di usare gli aerei. Ma insomma sarebbe stato fastidioso sapere che si spostava da piazza Colonna, a Roma, al Diamantone di Milano per raccogliere diné usando i nostri schei. Ribadisco: legale, ma poco glamorous. E ribadisco ancora: solo un’idea, una cattiveria da gufo.

Per cui l’interrogativo resta: perché il nostro Renzino ha volato con un aereo dei servizi segreti per andare a inaugurare una fabbrica?

P.S. Naturalmente a Villanova di Albenga con Renzi c’era anche la ministra Pinotti, quella è terra sua. La ministra non ha trovato di meglio che elogiare la nuova fabbrica e i droni che vi si costruiranno. Che poi sia al 98,05% di proprietà degli arabi della Mubadala Development Company, la società di investimenti strategici del governo di Abu Dhabi, che ci importa? Dalle Cayman al Golfo è una sola grande sala da pranzo, no?

Articolo Precedente

Legge di stabilità: la manovra dimezzata

next
Articolo Successivo

Crisi, le teorie economiche di cui Keynes riderebbe. E se non fossero casuali?

next