La priorità è quella di “arrivare ad una verità il più possibile completa e aderente ai fatti”. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova a margine di un convegno sul ruolo delle donne nella società, interviene sul caso di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini di Roma dopo un arresto per droga.

“Se chi ha responsabilità ha ritenuto di riaprire il caso, c’è solo da augurarsi che le cose siano portate avanti con ulteriori elementi, così da arrivare ad una verità il più possibile completa e aderente ai fatti”, ha detto riferendosi alle parole di Giuseppe Pignatone, il capo della Procura di Roma.

Il magistrato, infatti, nei giorni successivi alla sentenza della Corte d’Assise d’appello che ha assolto tutti gli imputati, si è detto disponibile “a riaprire le indagini e a incontrare la famiglia per individuare fatti nuovi e cercare altre prove”. E di fatto la procura, a seguito all’esposto presentato dalla famiglia di Stefano Cucchi nei confronti del medico legale Paolo Arbarello riguardo alla perizia del processo di primo grado, ha aperto un fascicolo. Che, al momento, è senza ipotesi di reato e senza indagati. Infine il porporato ha aggiunto che, “laddove ci fosse qualche aspetto d’ombra o di ingiustizia chiaramente è necessario fare luce fino in fondo per rispetto alla vittima, ai familiari e alla società nel suo insieme”.

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