L’annunciata seconda tappa dei leghisti al campo nomadi, dopo lo scontro finito a colpi di schiaffi dei giorni scorsi, agita le acque della politica bolognese. In vista di sabato 8 novembre, quando in città dovrebbe tornare il leader del Carroccio Matteo Salvini per un altro blitz tra le roulotte di viale Erbosa, si moltiplicano di giorno in giorno gli appelli contro quella che viene da molti interpretata come una pura iniziativa elettorale. Gli ultimi in ordine di tempo sono gli esponenti dell’Anpi, che, in una nota, fanno sapere di essersi già rivolti al questore e al prefetto, Vincenzo Stingone ed Ennio Maria Sodano, chiedendo loro di non concedere il permesso per il secondo sopralluogo delle camicie verdi.

La Prefettura e la Questura, scrivono gli esponenti della sezione dell’Anpi del quartiere della Bolognina, devono proibire a Salvini, “di recarsi con intenti provocatori, anche a seguito di un primo grave fatto provocato il 3 novembre scorso dalla consigliera comunale Lucia Borgonzoni, nel campo nomadi di via Erbosa”. L’associazione partigiani ricorda poi come proprio quel campo “fu assegnato nel 1991 dall’allora sindaco Renzo Imbeni ai sinti italiani, parenti delle vittime della strage di via Gobetti del 23 dicembre 1990, un crimine commesso dai banditi della banda della Uno bianca”. E quindi, anche per rispetto della storia, l’Anpi definisce quella della Lega Nord come “un’intenzione contraria alla civile convivenza”. Un invito, per il momento, caduto del vuoto. E’ lo stesso Salvini, infatti, a pochi minuti dalla diffusione del comunicato, a confermare l’appuntamento previsto per sabato alle 11. Sfruttando l’occasione per attaccare le politiche della giunta. Sulla sua pagina Facebook scrive: “Pd, associazioni Rom e perfino Anpi vogliono impedirmelo, ma io ci sarò. Nel 2013 il Comune (quindi tutti i cittadini) ha pagato ai Rom le bollette di luce e acqua, oltre 130.000 euro regalati. Vi pare giusto?”

Va detto che quello dell’Anpi è solo l’ultimo degli appelli contro la visita messa in calendario dal Carroccio. In molti infatti hanno chiesto di evitare che il campo nomadi diventi terreno di scontro elettorale, fertile di consensi ma anche di tensioni sociali, discriminazioni e razzismo. All’indomani della zuffa, era stata l’assessore alle Politiche sociali, Amelia Frascaroli, eletta in quota Sel, a cercare di chiarire alcuni dettagli della vicenda, tentando così di silenziare sul nascere i cori antinomadi. “Gli esponenti della Lega nord questa mattina sono entrati nel campo di via Erbosa senza autorizzazione, cosa consentita solo ai consiglieri comunali, e non ad altri come si è verificato” aveva sottolineato in una nota. “Questo non giustifica le violenze a cui abbiamo assistito. Siamo però dispiaciuti nel vedere provocazioni e mancato rispetto delle regole come strumenti di campagna elettorale, tutto senza il minimo rispetto per la condizione di difficoltà che vivono i sinti italiani – non rom – che da tempo abitano in quel campo. Auspichiamo che la condizione di bisogno ed emergenza umanitaria vissuta da alcune persone, presenti anche nella nostra città, come i profughi, i richiedenti asilo politico, o in questo caso i sinti italiani, non venga più utilizzata strumentalmente ai fini della caccia al voto, perché deplorevole dal punto di vista umano e politico”.

Parole simili a quelle del presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, esponente del Partito democratico. “Salvini non faccia provocazioni. La Lega non sta rispettando il regolamento comunale dei consiglieri, che prevede visite ma senza disturbare la quiete e la privacy e fare riprese senza autorizzazione. Ci dicano invece come trovare soluzioni per questa minoranza etnica italiana”. Critico anche l’assessore Matteo Lepore: “A me i leghisti non piacciono. Non riesco ad accettare chi semina odio per guadagnare consensi”.

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