“Non sento Matteo Renzi da quando disse #enricostaisereno, frase a forma di hashtag pronunciata da l’allora segretario del Pd e che per molti rappresenta l’inizio della fine del governo Letta e il primo vero passo della scalata a palazzo Chigi dell’ex rottamatore. Del resto abbiamo iniziato come rottamotori e abbiamo fatto la prima Leopolda proprio per questo”. Così Pippo Civati, ospite del FattoTv, risponde alla domanda del direttore de ilfattoquotidiano.it, Peter Gomez, durante lo speciale in cui si è parlato del libro di Davide Vecchi, “L’intoccabile Matteo Renzi, la vera storia” (editore Chiarelettere), in cui si narra l’ascesa di Renzi da anonimo segretario fiorentino della Margherita a presidente del Consiglio tra accordi, compromessi e tantissimi soldi, quelli che arrivano dalle fondazioni create ad hoc per autofinanziarsi e dalle società avviate a scopo puramente personalistico. Civati ha, quindi, ricordato l’importanza che per lui ebbe il primo evento fiorentino della Leopolda e fa il confronto con le cene da mille euro di questi giorni per lanciare la “start up” del nuovo Pd: “Lui si circonda di finanziatori che pagano e io di persone che offrono cervello”

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