Con comunicazione del 30 ottobre scorso, 426 dipendenti della ‘Milano 90 srl’, azienda che gestisce i servizi mensa, portierato e i commessi neglu uffici parlamentari presso i palazzi dell’immobiliarista Sergio Scarpellini, in affitto alla Camera, sono sotto procedura di licenziamento collettivo. “Percepivamo uno stipendio di 1.000 euro al mese, altro che Casta. Siamo in mobilità e nessuno ci aiuta!”, affermano i lavoratori durante un sit-in davanti a Palazzo Montecitorio. E’ l’effetto del lodo Fraccaro, dal nome dal parlamentare M5s che ha portato avanti la battaglia nell’ufficio di presidenza contro gli affitti d’oro, con la Camera che ha, quindi, affrettato il recesso anticipato del contratto di Palazzo Marini e Palazzo San Macuto. “La Camera – spiegano ancora – con il nostro taglio risparmia l’1,86% su un bilancio complessivo di un miliardo e 700mila euro. E l’80% di questo importo è bloccato dagli stipendi e dai vitalizi. Quindi, quello che viene spacciato come risparmio della Casta manda, invece, per strada 430 persone”. “Il Collegio dei Questori – dice un altro gruppo di lavoratori – ci dice che è un problema del Parlamento, i partiti ci dicono che tocca ai questori e la presidente della Camera Boldrini dice che ‘gli stiamo a cuore’, ma non risolve il problema. Lavoriamo lì dentro, ma sembra che siamo trasparenti”. Disperato l’appello che i dipendenti di Milano90 rivolgono al M5S: “Voi che avete voluto questa norma, aiutateci a trovare una soluzione per noi che siamo operai”  di Manolo Lanaro

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