Nelle vostre case (vi auguro ne abbiate molte e di proprietà esenti mutuo!) avete mai fatto caso se nel sottotetto, in cantina, nelle pareti divisorie in cartongesso (queste probabilmente più comuni negli uffici), esistono pannelli o materassini o tubi coibentati costituiti da materiale fibroso giallognolo o biancastro?

Se sì, allora probabilmente possedete in casa o in ufficio, senza saperlo, pannelli e materassini in fibra artificiale vetrosa, che probabilmente molti chiamano, a volte impropriamente, “lana minerale” o ”lana di vetro”. Nessun dramma, ma forse, parafrasando la frase di un noto settimanale di enigmistica: “Lo sapevate che….”, in alcuni casi, questi vecchi materiali possono essere dannosi per la nostra salute arrivando addirittura ad essere potenzialmente cancerogeni nel caso in cui venissero respirate le loro fibre.

Premetto, ribadisco e ripeto: se chiedete un trattato tecnico sulla materia allora non leggete questo post. Non voglio, ma solo per motivi di tempo e spazio, approfondire la questione per gli addetti ai lavori. Lo faccio quotidianamente, per guadagnarmi il pane, ma questa è un’altra storia. Desidero solo dare alcuni spunti di riflessione a chi, ignaro magari, si reca in soffitta, in cantina, in palestra, in ufficio oppure, peggio ancora, in una scuola o in un ospedale e in assoluta tranquillità, vive accanto a questi materiali magari rotti o addirittura taglia, strappa e lavora o gioca e si allena a contatto con vecchi e polverosi materassini. Sottolineo vecchi perché in effetti, pur se noto da tempo, il problema si pone per materiali ormai con qualche annetto di vita (in effetti sui nuovi materiali, ma proprio nuovi, le aziende produttrici, quelle serie, rilasciano specifici certificati sulla composizione delle fibre, sul loro diametro e sul contenuto in ossidi alcalino e alcalino terrosi: caso mai ne abbiate bisogno richiedetelo e non fatevi ingannare. Io ho scelto scelgo e propongo  per casa mia e per coloro i quali vivono degli ambienti di lavoro che controllo, altri materiali, ma è una questione di personale coscienza).

Il fatto è effettivamente spinoso e lo dimostro con una semplice domanda: quanti di voi avrebbero mai pensato che questi materiali potessero essere pericolosi? Credo pochi, pochissimi. Ed infatti qui sta il problema: in assenza di informazione, siamo alle solite, probabilmente anzi sicuramente nessuno di noi si sognerebbe di prestare la benché minima attenzione a questi materiali che invece coibentano tubi, pareti, controsoffitti, palestre e uffici, sottotetti di case, condotte di areazione e altro ancora.

L’importante è saperlo e magari sapere che l’unico modo per avere certezza sulla pericolosità di questi materiali in occasione di ristrutturazioni e lavori (siano questi eseguiti nelle nostre case o nelle strutture dove studiamo, lavoriamo o andiamo a fare ginnastica) è conoscere la composizione chimica (tenore degli ossidi alcalino e alcalino terrosi e diametro delle fibre). Non è complicato, in caso di ristrutturazioni il progettista o l’impresa devono potervi rispondere su questa legittima domanda che peraltro, in Regione Lombardia, come in molte altre regioni d’Italia, è ormai prassi sancita e chiarita. Ci sono poi i laboratori pubblici e le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente alle quali rivolgersi, con personale qualificato e laboratori di microscopia attrezzati e con tariffari pubblici senza sorprese.

Bene direte voi ma se vado in una palestra o nella scuola dei miei figli e vedo controsoffitti o pareti in cartongesso dalle quali spuntano questi materassini o nelle coibentazioni delle tubazioni? Cosa posso fare? Fate quello che ritenete utile per voi. Vi dico cosa faccio io da tempo: dove posso scegliere vado altrove; se non posso inizio a rompere le scatole: chiedo, pretendo, mi informo. Spero possa essere di aiuto per tutti questo breve post, ad eccezione di un paio di persone…ma questa, come direbbe Lucarelli, è un’altra storia.

Qui potete trovare il testo completo del Decreto Regione Lombardia 13541 del 22 dicembre contenente le prescrizioni per la bonifica dei manufatti in posa con fibre artificiali vetrose: trascurate i tecnicismi, per noi addetti ai lavori e date un’occhiata alle pagine di sintesi.
Buona lettura.

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