Oltre un milione di lavoratori sono finiti in cassa integrazione da gennaio a settembre. Di questi, più della metà (525.000) a zero ore. La denuncia è di un’indagine della Cgil, che aggiunge che a settembre tornano a salire le ore di cassa integrazione richieste (+43,86%) pari a 104 milioni. Con la crescita del ricorso al Cig, precipita il reddito degli addetti: in media, da inizio anno si registrano 5.900 euro nette in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore, pari a una perdita di oltre 3,1 miliardi. Si ferma così, dice la Cgil, la lieve tendenza alla riduzione degli scorsi mesi, confermandosi invece la media sopra gli 80 milioni di ore mensili che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni. Un quadro, dice la Cgil, “che conferma i segnali negativi sulla situazione economica e produttiva del Paese. Troppo timida l’inversione di tendenza rispetto alla persistenza del processo di deindustrializzazione in atto”.

“Di fronte a dati che caratterizzano un ciclo economico ancora pesantemente segnato dalla crisi e da una situazione sociale di sofferenza – sostiene Serena Sorrentino di Cgil – il governo dovrebbe rivedere i provvedimenti in materia di lavoro, a partire dal decreto sulla deroga, dal jobs act e dai finanziamenti per le politiche attive”. Secondo il segretario confederale Cgil, l’elevato numero di cassintegrati è segnale che “la crisi è ancora diffusa e che il reddito dei lavoratori si impoverisce ulteriormente per effetto della riduzione delle ore di lavoro”. Per questo, conclude “non ci fermeremo, perché a queste persone e a chi sta fuori dal mercato del lavoro occorre dare un’unica risposta: un piano del lavoro”.

A settembre cresce richiesta di cassa ordinaria. La richiesta di cassa ordinaria aumenta in modo considerevole rispetto al mese precedente (+265,84%, con 21 milioni di ore autorizzate), ma mantiene una tendenza a diminuire (-32,11% su nove mesi). La cassa integrazione straordinaria cresce del 16,4% su agosto (64.319.661 ore) e del 78,64% su nove mesi. Si inverte una tendenza sulla cassa in deroga: se fino ad agosto le ore concesse sono state in diminuzione rispetto al 2013, a settembre è tornata a salire (+61,93%, con 18 milioni di ore), indicando che in relazione ai finanziamenti stanziati resta una forte sofferenza e permane l’incertezza per quanto riguarda l’anno in corso.

Aumento dei ricorsi per crisi aziendale. Continuano a crescere le aziende che fanno ricorso ai decreti di Cigs: sono 6.151, con un aumento del 27,46% sullo stesso periodo del 2013, e riguardano 11.443 unità aziendali territoriali (+35,08%). Nello specifico si registra un aumento dei ricorsi per crisi aziendale (2.904 decreti da inizio anno per un +4,12% sui primi nove mesi del 2013) che rappresentano il 47,21% del totale, così come un deciso aumento di ricorsi al concordato preventivo (+176,19%) e al fallimento (+46,62%). Continuano ad aumentare i contratti di solidarietà (+57,47%) e torna a salire anche la percentuale sul totale dei decreti, passata dal 28,16% del 2013 al 34,79% di oggi.

Cassintegrati più numerosi al nord. Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi nove mesi dell’anno c’è la Lombardia con 203 milioni di ore, che corrispondono a 260.743 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 100 milioni di ore di Cig autorizzate per 128.299 lavoratori e il Veneto con 69 milioni di ore per 88.768 persone. Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 63 milioni di ore e 81.526 lavoratori coinvolti. Mentre per il sud è la Campania la regione dove si rileva il maggiore ricorso alla Cig, con 50 milioni di ore per 65.141 lavoratori.

La meccanica è ancora il settore più colpito. Secondo il rapporto della Cgil, sul totale delle ore registrate da gennaio a settembre, la meccanica pesa per 286 milioni, coinvolgendo 183.849 lavoratori. Segue il settore del commercio con 106 milioni ore di cig autorizzate per 68.150 lavoratori coinvolti, e l’edilizia con 94.995.217 ore e 60.894 persone.

Occupazione e lavoratori in cig. Considerando un ricorso medio alla Cig, pari al 50% del tempo lavorabile globale (20 settimane da inizio anno), sono coinvolti nel periodo gennaio-settembre oltre un milione di lavoratori in Cigo, Cigs e in Cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 39 settimane lavorative, si è avuta sullo stesso periodo un’assenza di oltre 525.000 lavoratori, di cui oltre 300mila in Cigs e 97mila in Cigd. Crescono rispetto allo scorso anno anche le domande di ristrutturazione aziendale (172, per un +10,26%) e di riorganizzazione aziendale (183, per un +5,17%) ma, sottolinea lo studio della Cgil, ”gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa continuano ad essere irrilevanti e in diminuzione: sono solo il 5,77% del totale dei decreti (erano il 6,84% nel 2013). Resta questo uno dei segnali più evidenti del persistere di un processo di deindustrializzazione in atto nel nostro Paese, che continua ad essere sottovalutato”.

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