Mentre ci si interroga sull’orologio Audemars Piguet Royal Oak da 15mila euro sfoggiato dal premier Matteo Renzi, emerge l’ennesima anomalia italiana sulla trasparenza: per legge, i dipendenti pubblici non possono ricevere regali da soggetti che possono trarre benefici dalla loro funzione, mentre i politici sì. Il nodo è rilevante perché – se sono esatte le valutazioni circolate in base alle fotografie che ritraggono il premier con il cronografo al polso  – si pone una questione di opportunità. Renzi lo ha ricevuto in regalo? E da chi? Oppure se l’è comprato o lo ha avuto in dono nell’ambito della sua sfera privata? Ilfattoquotidiano.it lo ha chiesto ufficialmente allo staff di Palazzo Chigi, anche via mail, dopo che fonti vicine al presidente del Consiglio – che preferiscono rimanere anonime -, avevano detto in via informale che si trattava di un dono della delegazione russa. Al momento, però, non è arrivata nessuna risposta ufficiale.

Il professor Mattarella: la legge Severino parla molto dei dipendenti pubblici e poco dei politici. All’estero regole più severe

“In Italia non c’è alcuna norma che stabilisce limiti e divieti sui regali che parlamentari, consiglieri regionali e politici in generale possono ricevere” spiega il professor Bernando Mattarella, ordinario di Diritto amministrativo all’università di Siena e docente della Scuola superiore della pubblica amministrazione. Solo i dipendenti pubblici, in base aun codice di comportamento emanato per decreto, hanno il divieto assoluto di ricevere regali da soggetti che possono trarre benefici dall’ambito delle loro attività d’ufficio e la possibilità di accettare solo quelli di modico valore (inferiore a 150 euro) e nei limiti delle normali relazioni di cortesia o consuetudini internazionali. Nulla di tutto ciò esiste per chi siede invece sugli scranni del parlamento.

Una lacuna che la legge anticorruzione del 2012 non ha colmato. “La legge Severino in generale parla molto di pubblici dipendenti e poco di politici” continua il professor Mattarella. “E’ intervenuta sul codice di comportamento dei dipendenti pubblici che esiste dal ’94, ma non ha colmato la lacuna che riguarda i politici”. Quindi tutto è lasciato alla buona volontà dei partiti, che possono dotarsi di codici di autoregolamentazione. Che il Pd, partito di cui Renzi è segretario, ha adottato nel suo codice etico, imponendo la regola “di rifiutare regali o altra utilità, che non siano d’uso o di cortesia, da parte di persone o soggetti con cui si sia in relazione a causa della funzione istituzionale o di partito svolta”. La norma, insomma, pone il tema del conflitto di interessi, ma salva gli omaggi di modico valore.

Il codice etico del Pd impone di “rifiutare regali e altre utilità per la funzione istituzionale o di partito svolta”

Come spesso accade in tema di trasparenza e anticorruzione, il nostro Paese rappresenta un’anomalia nel panorama europeo e non solo: “Nella maggior parte degli altri paesi occidentali esistono codici di comportamento anche per i parlamentari”, spiega ancora Mattarella. “Così è per il Congresso degli Stati Uniti, per il Parlamento britannico e per altri paesi europei. Le norme che stabiliscono cosa si può accettare e cosa invece non si può accettare sono scritte chiaramente anche sui loro siti Internet”. Nel 2010 il premier britannico David Cameron, su richiesta dell’opposizione, rese addirittura pubblica la lista integrale dei regali arrivati a Downing Street. Spuntò anche una serie di cravatte Marinella in seta inviate da Silvio Berlusconi. Ma per bersi un’ottima bottiglia di whisky  dono di Francis Rossi, frontman degli Status Quo, fu costretto a versare all’erario il controvalore in denaro.

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