I tre colossi del web cinese (Alibaba, Tencent e Baidu) si stanno lanciando sulle agenzie di prenotazione e vendita di biglietti aerei. Baidu già possiede più della metà di Qunar, Tencent ha investito in Woqu e Alibaba ha appena lanciato Alitrip. Una conseguenza naturale della tendenza del mercato che vede il moltiplicarsi esponenziale dei singoli viaggi compiuti dai cinesi sia in Cina che all’estero.

Qualche settimana fa perfino il presidente Xi Jinping in viaggio diplomatico alle Maldive aveva intimato ai suoi connazionali di comportarsi meglio all’estero. “Speriamo di insegnare ai nostri connazionali ad essere un po’ più civili quando viaggiano”, aveva detto in quell’occasione invitando i cinesi a non lasciare bottiglie di plastica ovunque, a non distruggere i coralli e a mangiare meno spaghetti istantanei e più frutti di mare. Alle Maldive quest’anno si aspettano 400mila turisti dalla Repubblica popolare, ma nel resto del mondo saranno oltre 100 milioni.

Il turismo cinese nel 2013 è cresciuto del 14% sull’anno precedente raggiungendo un valore di oltre 350 miliardi di euro. E i cinesi che viaggiano all’estero sono già 98, 2 milioni (+18% sull’anno precedente) mentre i biglietti comprati per spostarsi entro i confini della Rpc sono 3,26 miliardi all’anno (+10% sull’anno precedente). E le agenzie di viaggio online stanno crescendo a ritmi superiori al 50 per cento all’anno.

Così Alibaba, il gigante dell’ecommerce cinese, questa settimana ha lanciato Alitrip, una risposta naturale a una domanda che si fa sempre più vasta e che sono ancora relativamente in pochi a soddisfare. La nuova piattaforma ha già firmato accordi con la Cathay Pacific Airways e il sito di prenotazioni Agoda, un’azienda di servizi per prenotazioni alberghiere online che opera soprattutto in Asia nata a Singapore. Ma Alibaba non è sola ad aver avuto l’intuizione di puntare sul turismo. E la competizione si farà presto più feroce.

Lo stesso occhio lungo per le tendenze di mercato e la stessa disponibilità finanziaria le hanno Tencent e Baidu, rispettivamente il più grande portale di giochi e social media e il corrispettivo di Google in Cina. Entrambe hanno comprato una partecipazione in siti già esistenti e li stanno modernizzando per renderli accessibili da tablet e smartphone. Ma soprattutto per unire all’offerta di viaggi e sistemazioni l’immensa conoscenza delle abitudini degli internauti che i giganti di internet detengono. Basti pensare solo alle pubblicità personalizzate: se si scrive una mail per avvisare un amico che si ha intenzione di andare a Shanghai, si verrà bombardati da pubblicità personalizzate sui migliori hotel, ristoranti e servizi vari della città. E con ogni probabilità avendo questi giganti già tracciato e immagazzinato i miei dati per anni saranno in grado di segnalarmi le offerte che più possono avvicinarsi ai miei gusti.

Così Tencent ha già investito quasi 15 milioni di euro in un sito che permette agli aspiranti viaggiatori di costruirsi un viaggio su misura. Il sito si chiama Woqu, “io vado”. Una soluzione simile a quella di Qunar (“dove andiamo?”), posseduto al 55 per cento appunto da Baidu. Le previsioni stimano che nel 2030 i cinesi saranno il 40% dei viaggiatori asiatici, raggiungendo 1,7 miliardi di viaggi all’anno, contro i 500 milioni del 2012. Si tratterebbe di una spesa complessiva di 1300 miliardi di euro, circa sette volte maggiore di quella di appena un paio d’anni fa. La competizione per accaparrarsi il mercato è sicuramente destinata ad aumentare.

di Cecilia Attanasio Ghezzi

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