Arriva Matteo Renzi. E gli operai restano a casa, tutti in ferie forzate per un giorno. La visita del presidente del Consiglio lunedì 3 novembre a Brescia, all’assemblea generale dell’Aib (l’Associazione industriale bresciana) ospitata nello stabilimento della Palazzoli Spa, apre un nuovo fronte del conflitto tra Renzi e i sindacati. Perché quel giorno gli operai della Palazzoli, azienda alla periferia nord di Brescia che si è offerta di ospitare il congresso dell’Aib, non lavoreranno. La dirigenza della fabbrica – specializzata in impianti elettrici industriali – ha deciso di sospendere la produzione per un giorno.

“Uno stop legato a necessità logistiche e di sicurezza che derivano proprio dalla presenza del presidente del Consiglio, che avrebbe chiesto espressamente agli industriali di organizzare la loro assemblea in una fabbrica”, spiega a Ilfattoquotidiano.it Luigi Moretti, amministratore delegato della Palazzoli. Ma la giornata di ferie non sarà a carico dell’azienda bensì dei lavoratori, che hanno dovuto prendere una giornata di “ferie collettive”, conteggiata alla fine del mese nel loro monte ore.

Una decisione che ha fatto infuriare la Fiom Cgil, in questi giorni di tensione dopo le cariche della polizia sotto all’ambasciata tedesca nel corso della vertenza Ast-ThyssenKrupp: “Fermano la fabbrica per un giorno – sostiene il segretario della Fiom di Brescia, Francesco Bertoli – perché il rumore della produzione non permetterebbe di sentire i discorsi degli industriali. Ma visto che Renzi è ospite dell’azienda e non dei lavoratori, la giornata potevano pagarla loro”.
L’ad della Palazzoli Spa conferma quanto denunciato dai sindacati: “Abbiamo fatto ferie collettive. Altrimenti non potremmo ricevere quella quantità di persone nello stabilimento, come è desiderio del presidente Renzi”. E i lavoratori cosa ne pensano? “Son tutti d’accordo – prosegue Moretti – chi dei dipendenti vuole partecipare è invitato. È uno dei loro giorni di ferie, e lo fanno nel periodo dei morti, quindi gli va anche bene”. La decisione però non è stata presa con le rappresentanze sindacali interne, scadute da qualche tempo, mentre le nuove Rsu non sono state ancora elette. Anzi, la Fiom bresciana denuncia che la Palazzoli non consente di svolgere assemblee retribuite.

All’assemblea degli industriali bresciani sarebbe dovuto intervenire, in origine, l’ad di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne. A tirare le fila del congresso sarà invece Renzi, cui sono state affidate le conclusioni: “La parte pubblica dell’assise – si legge sul sito dell’Aib – si aprirà alle 10 con l’intervento del presidente di Aib, Marco Bonometti, cui seguirà quello del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Chiuderà i lavori il presidente del Consiglio, Matteo Renzi”.

Renzi era già stato a Brescia lo scorso 6 settembre all’inaugurazione del nuovo stabilimento delle rubinetterie Bonomi di Gussago. Anche in quel caso si trattava di un’azienda – di proprietà di Aldo Bonomi, ex vicepresidente di Confindustria tra i protagonisti della Leopolda – in cui da tempo non è più presente la Fiom Cgil.

I metalmeccanici, per la visita di Renzi a Brescia, hanno organizzato un corteo e un presidio davanti alla fabbrica. Il segretario locale della Fiom ha anche scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio, chiedendogli di incontrare pure i lavoratori: “Mi preme informarla che la Palazzoli non consente alla Fiom Cgil di svolgere le assemblee retribuite all’interno dello stabilimento oramai da qualche anno. Le chiediamo che il 3 novembre incontri e senta anche i lavoratori che hanno titolo per esprimerle le loro opinioni”. Per ora, da Palazzo Chigi, nessuna risposta.

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